Vocabolario Dantesco
assonnare v.
Commedia 4 (2 Purg., 2 Par.).
Commedia assonna Par. 7.15 (:), 32.139 (:); assonnar Purg. 32.69; assonnaro Purg. 32.64 (:).
Prima att. Parasintetico da sonno (vd.). Il verbo ricorre con valore assol. ‘prendere sonno, addormentarsi’ in Purg. 32.64 (cfr. m'addormentai al v. 68), 32.69 (dove è sost.) e in Par. 7.15; in Purg. 32.64 ha per sogg. gli occhi (di Argo), come già nella fonte: «omnes / succubuisse oculos adopertaque lumina somno» (Ov., Met., I, 713-714). In Par. 32.139, nella frase il tempo che t'assonna il verbo, qui usato transitivamente, è stato variamente interpretato nell’esegesi antica e moderna (cfr. anche Cerri, Dante, Boezio, pp. 161-163; Tavoni, Dante “Imagining”, p. 92 nota 3). Alla lettura ‘ti addormenta’, già di alcuni commentatori (per es. Benvenuto da Imola «quia scilicet, post longissimum et maximum laborem et vigiliam optas quiescere», Francesco da Buti «cioè ti fa venire lo sonno e voglia di dormire»), banalizzante e poco adeguata al contesto (San Bernardo affermerebbe che Dante si sta addormentando proprio quando si accinge a vedere Dio?), si è contrapposto il signif. 'rende dormiente', ma con rif. allo stato di astrazione dei sensi proprio della contemplazione e delle visioni mistiche: cfr. Bonav., In Evang. S. Lucae, IX, 32 «oportet in contemplationis principio, ut homo quasi consopitus a sensibus alienetur, quasi per somnum» e (detto di Paolo rapito al cielo) Agost., Gen. ad litt., XII, 5 «quasi dormiens evigilaret», entrambi cit. in Barbi, Problemi, I, pp. 294-295 (che rimanda anche a Purg. 29.144, dove l’autore dell’Apocalisse avanza dormendo) e ripresi da Pasquini in ED. La questione (su cui cfr. anche Nencioni, Note dantesche, pp. 50-56) si intreccia al problema dell’interpretazione della Commedia come visio in somniis, sul quale vd. ora Tavoni, Dante “Imagining”. A tal proposito, è da segnalare che assonna ritorna (col medesimo rimante donna) nell'Acerba di Cecco d'Ascoli (vd. TLIO s.v. assonnare), e il contesto «Per più vedere, la tua mente assonna» suggerisce che sia qui ripreso il signif. “visionario” di assonnare: la mente deve infatti mantenersi in stato di sonno-visione proprio perché si possa più vedere (il debito dantesco del verso è notato da Contini, Postremi esercizî, p. 94).
Autore: Fiammetta Papi.
Data redazione: 07.06.2018.
Data ultima revisione: 07.06.2018.
1 Prendere sonno.
[1] Purg. 32.64: S' io potessi ritrar come assonnaro / li occhi spietati udendo di Siringa [[...]] disegnerei com' io m'addormentai; / ma qual vuol sia che l'assonnar ben finga.
[2] Par. 7.15: Ma quella reverenza che s'indonna / di tutto me, pur per Be e per ice, / mi richinava come l'uom ch'assonna.
Sost.
[3] Purg. 32.69: disegnerei com' io m'addormentai; / ma qual vuol sia che l'assonnar ben finga.
2 Rendere dormiente.
[1] Par. 32.139: Ma perché 'l tempo fugge che t'assonna, / qui farem punto, come buon sartore / che com' elli ha del panno fa la gonna...