Vocabolario Dantesco
schiuso agg.
Commedia 1 (1 Purg.).
Commedia schiuso Purg. 25.115 (:).
Vocabolari: Crusca in rete, ED.
Part. con funzione aggettivale di schiudere (vd.), è att. scarsamente nel Trecento in testi di area toscana (cfr. Corpus TLIO). Nel poema, schiuso è impiegato entro la descrizione della settima cornice col signif. di 'aperto su uno spazio vuoto, esterno', rif. al lato non delimitato da barriere, lungo il quale Dante, Stazio e Virgilio devono avanzare uno dietro l'altro, avendo esternamente il precipizio e nella parte interna, chiusa dal monte, il muro di fuoco: la cornice estrema della montagna emana, infatti, una corrente d'aria in senso verticale che respinge le fiamme sprigionate dalla parete rocciosa, lasciando percorribile uno stretto corridoio senza ripari lungo il bordo. Benvenuto da Imola, ad l., chiosa: «extrinseco, ubi nulla est clausura muri, saepis, vel saxi». Nello stesso contesto, Francesco da Buti usa l'agg. per definire l'aria come 'spazio aperto': «dall'aire schiuso; cioè di verso la cornice, u'era l'aire aperto». È una banalizzazione, forse indotta dal successivo quinci, la lez. poligenetica chiuso in Eg Lau Laur Mad (Petrocchi, ad l.).
Autore: Francesca De Cianni.
Data redazione: 26.04.2021.
Data ultima revisione: 11.12.2021.
1 Aperto su uno spazio vuoto, esterno.
[1] Purg. 25.115: Quivi la ripa fiamma in fuor balestra, / e la cornice spira fiato in suso / che la reflette e via da lei sequestra; / ond' ir ne convenia dal lato schiuso / ad uno ad uno; e io temëa 'l foco / quinci, e quindi temeva cader giuso.