Vocabolario Dantesco
scaleo s.m.
Commedia 2 (1 Purg., 1 Par.).
Commedia scaleo Purg. 15.36, Par. 21.29.
Da scala, forse con procedimento analogo a quello supposto per scalea (vd.) La voce è att. a partire dall'Itinerario luoghi santi della fine del sec. XIII, dove indica sia una scala sia, più specif., i suoi gradini (cfr. TLIO s.v. scalèo; Corpus OVI). L’occ. di Purg. 15.36 è rif. ai gradoni rocciosi che portano i viandanti dalla seconda alla terza cornice, analogamente al signif. che assume la voce scalea a Inf. 26.13, rif. al percorso che conduce all'ottava bolgia. L'att. di scaleoPar. 21.29, inserita nella complessa descrizione delle anime contemplanti del cielo di Saturno, è invece rif. alla scala di Giacobbe (Gen., 28,12: «viditque in somniis scalam stantem super terram et cacumen illius tangens caelum, angelos quoque Dei ascendentes et descendentes per eam»), esplicitamente cit. da Dante nel canto successivo (Par. 22.70-71: «Infin là sú la vide il patriarca / Iacobbe porger la superna parte»). Si tratta di una scala «di color d'oro in che raggio traluce» (Par. 21.28), che i beati scendono per venire incontro al pellegrino e salgono per ascendere «suso a Dio, e li gradi di questa scala sono le cose create da Dio» (Francesco da Buti a Par. 21.64). Vd. anche l'Ottimo ad l.: «qui pone una scala d'oro, ad denotare che il grado del salire di queste anime, che fue per contemplatione, è più supremo e più excelso che neuno altro». L'immagine della scala di Giacobbe, che ebbe largo seguito nelle scritture mistiche mediev., ricorre anche in un opuscolo di Pier Damiani («tu scala illa Iacob, quae homines vehis ad caelum et angelos ad humanum deponis auxilium»), con il quale Dante colloquierà nella seconda parte del canto (Par. 21.43-142). Per tutto cfr. ED s.v. scaleoPer l'occ. di Purg. 15.36 si segnalano le var. scalon (Ash, Eg) e scaglion (Laur). La prima sarà dovuta a una banalizzazione o a un mero errore di lettura, tanto più che la voce scalone non risulta att. in it. antico. Nel caso di scaglion, si tratta invece di una lectio facilior prob. indotta per analogia con le tre occ. purgatoriali di scaglione (vd.), rif. o al primo scalino da salire per accedere al Purgatorio (Purg. 9.94) o ai gradini che conducono da una cornice all'altra (Purg. 12.115, 27.67). 
Autore: Francesca Spinelli.
Data redazione: 07.12.2023.
Data ultima revisione: 25.03.2024.
1 Struttura a gradini, scalinata (con rif. alla visione di Giacobbe).
[1] Par. 21.29: Dentro al cristallo che 'l vocabol porta, / cerchiando il mondo, del suo caro duce / sotto cui giacque ogne malizia morta, / di color d'oro in che raggio traluce / vid' io uno scaleo eretto in suso / tanto, che nol seguiva la mia luce.
2 Pendenza rocciosa in forma di scala (con rif. al percorso che conduce alla terza cornice).
[1] Purg. 15.36: Poi giunti fummo a l'angel benedetto, / con lieta voce disse: «Intrate quinci / ad un scaleo vie men che li altri eretto».