Vocabolario Dantesco
rivolare v.
Commedia 1 (1 Purg.).
Commedia rivolando Purg. 8.108.
Prima att. Formazione da volare (vd.) con pref. ri- con valore iterat. Dopo l'uso dantesco, è att. solo nei commentatori, in Filippo da Santa Croce, Deca prima di Tito Livio (L. 1, cap. 34, vol. 1, p. 63,  riga 9: «un'aquila discese leggermente volando [...] e rivolossi in alto») e in Simintendi (Suppl. L. 9, vol. 4, p. 12,  riga 3: «pognamo che ci rivoli Dedalo colle incerate alie»). I commentatori nella spiegazione del verso si soffermano maggiormente sull'espressione «rivolando uguali»: ad es. Portirelli (ad l.) glossa «volando nuovamente di pari al luogo donde s'erano mossi», mentre Tommaseo, nel commento finale del canto, richiama gli echi virgiliani del verso («che rammenta Ipsa sub ora viri caelo venere volantes»). Il verbo avrà una buona fortuna nella letteratura dei secoli successivi, sia in senso proprio che in senso fig. (cfr. GDLI s.v. rivolare 1).
Autore: Chiara Murru.
Data redazione: 10.06.2019.
Data ultima revisione: 25.07.2019.
1 Tornare al luogo di partenza mediante il volo.
[1] Purg. 8.108: Sentendo fender l'aere a le verdi ali, / fuggì 'l serpente, e li angeli dier volta, / suso a le poste rivolando iguali.