Prima att. Da
coactum (DELI s.v.
quatto), che è anche alla base del parasintetico
acquattare (vd.). Per la diffusione della voce in area più ampiamente centro-settentr., cfr. Viel,
«Quella materia ond’io son fatto scriba», p. 134.
Quatto ricorre una sola volta nella
Commedia, in forma reduplicata (
quatto quatto, in rima con
ratto e
patto), con funzione avverbiale. Scegliendo il modulo sintattico dell’iterazione superl., Dante rincara la dose di espressività di una parola già di per sé espressiva, in uso nel fior. idiomatico, dove l’agg. indica un movimento partic. Come infatti spiega Borghini:
«Quatto non significa propriamente
Nascoso, ma
Chinato e come spianato in terra, come fa la gatta quando uccella, che si stiaccia in terra per non esser veduta; e lo fa talvolta il cane
» (Borghini,
Scritti, pp. 246-247). Col favore della Crusca, che fin dalla prima impressione, oltre a
quatto, mette a lemma
quatto quatto («più quattamente, che si può»), la composizione avv. iterat. si è impressa nella memoria collettiva ed è ancora oggi viva nell’it. (cfr. GRADIT e Manni,
Da Dante a noi, p. 427). Ci siamo astenuti dall’inserire la var.
guacto guacto, presente nei codici Ash, Fi, Ham, Rb, Urb, in quanto il rafforzamento della dentale esclude un collegamento con
agguatare (vd.), pure var. ammessa del verbo
acquattare (vd.).
Autore: Paolo Rondinelli.
Data redazione: 04.02.2021.
Data ultima revisione: 11.06.2021.