È incerto se le forme
pulzella/
pulcella vadano ricondotte al fr. antico
pulcele (DELI 2 s.v.
pulcella, anche per la bibliografia relativa) o siano invece «ascrivibili all’influsso settentrionale» (Cella,
I gallicismi, p. 29-30), sulla base della «precoce e ampia diffusione» in testi settentrionali e della «estraneità al registro lirico sicilianeggiante» che si limiterebbe a Cielo d’Alcamo, Bonagiunta, poi Chiaro e Monte. In realtà la consultazione del
Corpus OVI dimostra una distribuzione geolinguistica più ampia e assai diversa (Viel,
I gallicismi, pp. 218-219): oltre che nel settentrione, il lemma è ben documentato in area toscana (compreso un antrop. del 1116:
pulcelletta, per cui cfr. GDT s.v.
pulcella), centrale e meridionale. In conclusione: prudente, e condivisibile, appare la formula suggerita da Castellani,
Gramm. stor., pp. 126-127: «Quanto a
pulcella,
pulzella, anticamente anche
polzella […] non è sicuro che provenga dal frasario dei rimatori siciliani o sicilaneggianti, e nemmeno che sia da considerarsi un gallicismo». L'unica occ. del termine nella
Commedia è inserita nel racconto dell'episodio che esalta la magnanimità di San Nicola, il quale, con una donazione in denaro, avrebbe garantito una dote ad alcune giovani, salvandole dalla prostituzione (
Purg. 31-33). Il lessema, oltre al tratto semantico della 'giovinezza', contempla quindi anche quelli della 'verginità' e del 'nubilato', che trovano conferma nella documentazione antica, in particolar modo lirica: si consideri per es. il sintagma
pulzelle e maritate (notevole l’attestazione del lemma nel secondo verso del Contrasto di Cielo, testo ben conosciuto da Dante, che ne cita il terzo in
Dve 1.12.6; per il resto della documentazione cfr.
Corpus LiRIO). La formula «di tipo proverbiale per indicare tutte le donne» (Spampinato,
PSs, II, pp. 526-527) sottende a
Fiore (57.3) «O maritata o vedova o pulzella», ed è accostabile a un altro sintagma,
donne e donzelle (cfr. ancora
Corpus LiRIO), costruito, con sequenza invertita, sulla medesima opposizione semantica fra nubili e coniugate e presente anche nel Dante di
Vn 19.4-14.13 e 31.8-17.72. Lo stesso accostamento lessicale in
Fiore 86.5 («Le donne e le pulzelle») fa perno invece sul tratto dell'età, opponendo le giovani donne alle adulte. In
Rime 31.13,
pulcella è personificazione del successivo breve componimento poetico di
Rime 32. Analogo il procedimento adottato in
Rime 49.1; ma in questo caso non è sicuro con quale poesia possa identificarsi la
pulzelletta (De Robertis,
Rime, ed. comm., p. 335). Per figure analoghe nella lirica duecentesca cfr. Dante,
Rime [ed. Giunta], pp. 124-128.
Autore: Francesca De Blasi.
Data redazione: 29.06.2018.
Data ultima revisione: 28.02.2019.