Vocabolario Dantesco
pulcella s.f.
Commedia 1 (1 Purg.).
Altre opere1 (1 Rime).
3 (3 Fiore).
Commedia pulcelle Purg. 20.32 (:).
Altre opere pulcella Rime 31.13.
pulcella Fiore 143.10 (:); pulzella Fiore 57.3 (:); pulzelle Fiore 86.5.
Vocabolari: Crusca in rete, ED.
È incerto se le forme pulzella/pulcella vadano ricondotte al fr. antico pulcele (DELI 2 s.v. pulcella, anche per la bibliografia relativa) o siano invece «ascrivibili all’influsso settentrionale» (Cella, I gallicismi, p. 29-30), sulla base della «precoce e ampia diffusione» in testi settentrionali e della «estraneità al registro lirico sicilianeggiante» che si limiterebbe a Cielo d’Alcamo, Bonagiunta, poi Chiaro e Monte. In realtà la consultazione del Corpus OVI dimostra una distribuzione geolinguistica più ampia e assai diversa (Viel, I gallicismi, pp. 218-219): oltre che nel settentrione, il lemma è ben documentato in area toscana (compreso un antrop. del 1116: pulcelletta, per cui cfr. GDT s.v. pulcella), centrale e meridionale. In conclusione: prudente, e condivisibile, appare la formula suggerita da Castellani, Gramm. stor., pp. 126-127: «Quanto a pulcella, pulzella, anticamente anche polzella […] non è sicuro che provenga dal frasario dei rimatori siciliani o sicilaneggianti, e nemmeno che sia da considerarsi un gallicismo». L'unica occ. del termine nella Commedia è inserita nel racconto dell'episodio che esalta la magnanimità di San Nicola, il quale, con una donazione in denaro, avrebbe garantito una dote ad alcune giovani, salvandole dalla prostituzione (Purg. 31-33). Il lessema, oltre al tratto semantico della 'giovinezza', contempla quindi anche quelli della 'verginità' e del 'nubilato', che trovano conferma nella documentazione antica, in particolar modo lirica: si consideri per es. il sintagma pulzelle e maritate (notevole l’attestazione del lemma nel secondo verso del Contrasto di Cielo, testo ben conosciuto da Dante, che ne cita il terzo in Dve 1.12.6; per il resto della documentazione cfr. Corpus LiRIO). La formula «di tipo proverbiale per indicare tutte le donne» (Spampinato, PSs, II, pp. 526-527) sottende a Fiore (57.3) «O maritata o vedova o pulzella», ed è accostabile a un altro sintagma, donne e donzelle (cfr. ancora Corpus LiRIO), costruito, con sequenza invertita, sulla medesima opposizione semantica fra nubili e coniugate e presente anche nel Dante di Vn 19.4-14.13 e 31.8-17.72. Lo stesso accostamento lessicale in Fiore 86.5 («Le donne e le pulzelle») fa perno invece sul tratto dell'età, opponendo le giovani donne alle adulte. In Rime 31.13, pulcella è personificazione del successivo breve componimento poetico di Rime 32. Analogo il procedimento adottato in Rime 49.1; ma in questo caso non è sicuro con quale poesia possa identificarsi la pulzelletta (De Robertis, Rime, ed. comm., p. 335). Per figure analoghe nella lirica duecentesca cfr. Dante, Rime [ed. Giunta], pp. 124-128.
Autore: Francesca De Blasi.
Data redazione: 29.06.2018.
Data ultima revisione: 28.02.2019.
1 Giovane donna nubile (con partic. rif. alla condizione di verginità).
[1] Purg. 20.32: Esso parlava ancor de la larghezza / che fece Niccolò a le pulcelle, / per condurre ad onor lor giovinezza.