Vocabolario Dantesco
orribile agg.
Commedia 13 (10 Inf., 3 Purg.).
Altre opere5 (2 Vn., 3 Conv.).
Commedia orribil Inf. 9.92, 13.19, 14.6, 25.59, Purg. 3.121; orribile Inf. 11.4, 17.119, 33.47, Purg. 13.83; orribili Inf. 3.25, 8.51, 31.44, Purg. 14.27.
Altre opere orribile Vn 37.3, Conv. 2.8.9, 4.7.5; orribili Vn 23.4, Conv. 4.15.12.
Dal lat. horribilis, a sua volta dal verbo, di etimologia incerta, horrēre col signif. di 'rizzarsi (dei peli del corpo)' e poi 'tremare dallo spavento' (DELI 2 s.v. orrendo). Nella Commedia l’agg. ricorre solo nelle prime due cantiche, «usato soprattutto per indicare aspetti e manifestazioni del mondo infernale, e solo qualche volta per cose terrene in rapporto a un particolare stato d'animo del parlante di fronte a esse» (Pagliaro, Ulisse, p. 621). Nel signif. più comune indica qsa che suscita terrore e turba profondamente (1) ed è rif. a elementi del mondo infernale (le bestie terrificanti che lo popolano, le voci, i lamenti, le punizioni dei dannati, lo scroscio del Flegetonte) e, a Purg. 13.83, agli occhi cuciti delle anime degli invidiosi. Nelle tre occ. di Inf. 9.92, Inf. 13.19 e Inf. 33.47, a essere definiti orribili sono dei luoghi, che suscitano terrore per gli eventi crudeli che in essi si verificano, sedi di atroci pene e sofferenze: rispettivamente la soglia della città di Dite  («varcarla è entrare nel regno più profondo del male», Chiavacci Leonardi, ad l.), il «sabbione», cioè la landa di sabbia battuta da una pioggia di fuoco del terzo girone dei violenti, e la torre in cui vengono rinchiusi il conte Ugolino e i suoi figli. Infine, orribile assume valore etico nel signif. 1.2. Complessivamente, i signif. dell'agg. nelle opere dantesche rientrano nell'uso del Duecento (cfr. TLIO s.v. orrìbile).
Autore: Chiara Murru.
Data redazione: 02.09.2019.
Data ultima revisione: 02.11.2020.
1 [Nell'Inferno:] che suscita terrore e turba profondamente.
[1] Inf. 3.25: Diverse lingue, orribili favelle, / parole di dolore, accenti d'ira, / voci alte e fioche, e suon di man con elle / facevano un tumulto, il qual s'aggira / sempre in quell' aura sanza tempo tinta, / come la rena quando turbo spira.
[2] Inf. 14.6: Indi venimmo al fine ove si parte / lo secondo giron dal terzo, e dove / si vede di giustizia orribil arte.
[3] Inf. 17.119: Io sentia già da la man destra il gorgo / far sotto noi un orribile scroscio, / per che con li occhi 'n giù la testa sporgo.
[4] Inf. 25.59: Ellera abbarbicata mai non fue / ad alber sì, come l'orribil fiera / per l'altrui membra avviticchiò le sue.
[5] Inf. 31.44: fuggiemi errore e cresciemi paura; / però che, come su la cerchia tonda / Montereggion di torri si corona, / così la proda che 'l pozzo circonda / torreggiavan di mezza la persona / li orribili giganti, cui minaccia / Giove del cielo ancora quando tuona.
[6] Purg. 13.83: Virgilio mi venìa da quella banda / de la cornice onde cader si puote, / perché da nulla sponda s'inghirlanda; / da l'altra parte m'eran le divote / ombre, che per l'orribile costura / premevan sì, che bagnavan le gote.
[Rif. a luoghi in cui si verificano avvenimenti terribili].
[7] Inf. 9.92: «O cacciati del ciel, gente dispetta», / cominciò elli in su l'orribil soglia, / «ond' esta oltracotanza in voi s'alletta?
[8] Inf. 13.19: E 'l buon maestro «Prima che più entre, / sappi che sè nel secondo girone», / mi cominciò a dire, «e sarai mentre / che tu verrai ne l'orribil sabbione.
[9] Inf. 33.47: e io senti' chiavar l'uscio di sotto / a l'orribile torre; ond' io guardai / nel viso a' mie' figliuoi sanza far motto.
1.1 Che suscita disgusto e repulsione.
[1] Inf. 11.4: e quivi, per l'orribile soperchio / del puzzo che 'l profondo abisso gitta, / ci raccostammo, in dietro, ad un coperchio / d'un grand' avello...
1.2 Che suscita riprovazione morale.
[1] Inf. 8.51: Quanti si tegnon or là su gran regi / che qui staranno come porci in brago, / di sé lasciando orribili dispregi!».
[2] Purg. 3.121: Orribil furon li peccati miei; / ma la bontà infinita ha sì gran braccia, / che prende ciò che si rivolge a lei.
[3] Purg. 14.27: E l'altro disse lui: «Perché nascose / questi il vocabol di quella riviera, / pur com' om fa de l'orribili cose?».