lettore s.m.
1 [In apostrofi:] chi legge (in quanto destinatario del testo cui l'autore si rivolge).
[1] Inf. 8.94: Pensa, lettor, se io mi sconfortai / nel suon de le parole maladette, / ché non credetti ritornarci mai.
[2] Inf. 16.128: e per le note / di questa comedìa, lettor, ti giuro, / s'elle non sien di lunga grazia vòte, / ch'i' vidi per quell' aere grosso e scuro / venir notando una figura in suso, / maravigliosa ad ogne cor sicuro...
[3] Inf. 20.19: Se Dio ti lasci, lettor, prender frutto / di tua lezione, or pensa per te stesso / com' io potea tener lo viso asciutto...
[4] Inf. 25.46: Se tu sè or, lettore, a creder lento / ciò ch'io dirò, non sarà maraviglia, / ché io che 'l vidi, a pena il mi consento.
[5] Inf. 34.23: Com' io divenni allor gelato e fioco, / nol dimandar, lettor, ch'i' non lo scrivo, / però ch'ogne parlar sarebbe poco.
[6] Purg. 8.19: Aguzza qui, lettor, ben li occhi al vero, / ché 'l velo è ora ben tanto sottile, / certo che 'l trapassar dentro è leggero.
[7] Purg. 9.70: Lettor, tu vedi ben com' io innalzo / la mia matera, e però con più arte / non ti maravigliar s'io la rincalzo.
[8] Purg. 10.106: Non vo' però, lettor, che tu ti smaghi / di buon proponimento per udire / come Dio vuol che 'l debito si paghi.
[9] Purg. 17.1: Ricorditi, lettor, se mai ne l'alpe / ti colse nebbia per la qual vedessi / non altrimenti che per pelle talpe, / come, quando i vapori umidi e spessi / a diradar cominciansi, la spera / del sol debilemente entra per essi...
[10] Purg. 29.98: A descriver lor forme più non spargo / rime, lettor; ch'altra spesa mi strigne, / tanto ch'a questa non posso esser largo...
[11] Purg. 31.124: Pensa, lettor, s'io mi maravigliava, / quando vedea la cosa in sé star queta, / e ne l'idolo suo si trasmutava.
[12] Purg. 33.136: S' io avessi, lettor, più lungo spazio / da scrivere, i' pur cantere' in parte / lo dolce ber che mai non m'avria sazio...
[13] Par. 5.109: Pensa, lettor, se quel che qui s'inizia / non procedesse, come tu avresti / di più savere angosciosa carizia...
[14] Par. 10.7: Leva dunque, lettore, a l'alte rote / meco la vista, dritto a quella parte / dove l'un moto e l'altro si percuote...
[15] Par. 10.22: Or ti riman, lettor, sovra 'l tuo banco, / dietro pensando a ciò che si preliba, / s'esser vuoi lieto assai prima che stanco.
[16] Par. 22.106: S' io torni mai, lettore, a quel divoto / trïunfo per lo quale io piango spesso / le mie peccata e 'l petto mi percuoto, / tu non avresti in tanto tratto e messo / nel foco il dito...