Commedia |
incrocicchia Inf. 18.101 (:). |
Prima att. Tuttavia si riscontra un'att. pressoché coeva del part. in funzione di agg. in
Dino Compagni, Cronica (cfr. TLIO s.v.
incrocicchiato). Deriva da
incrociare, prob. accostato con
crocicchio 'crocevia di strade' (DEI s.v.
incrocicchiare; cfr. TLIO s. vv.
crocicchio e
incrociare). In coerenza con tale etimo, il verbo è utilizzato da Dante con rif. a un sentiero (il
calle [vd.] dello scoglio) e a un qualcosa ad esso assimilabile, cioè l'
argine (vd.) camminabile di una bolgia, i quali, dunque, formano quasi un vero e proprio
crocicchio (per la camminabilità degli argini, cfr. Rebuffat,
«Luogo è in inferno detto Malebolge», pp. 35-36). Si osservi che in questo punto, chiamato anche
co o
testa dello scoglio-ponte (vd.
capo e
testa), la massiccia arcata di quest'ultimo, non solo interseca l'argine che ne costituisce il sostegno, ma sembra formare anche un rialzo sovrapponendosi ad esso (cfr. Rebuffat, cit., pp. 49-51, e
Francesco da Buti: «
Con l'argine secondo s'incrocicchia; passando sopr'esso, e di sè e dell'argine fa una croce»). Altre att. di
incrocicchiare in it. antico hanno invece il signif. di 'disporre (le braccia o le mani) in modo da formare la figura di una croce' (cfr. TLIO s.v.
incrocicchiare)
Autore: Cristiano Lorenzi Biondi.
Data redazione: 28.11.2019.
Data ultima revisione: 27.02.2020.