Vocabolario Dantesco
fratello s.m.
Commedia 6 (4 Inf., 2 Par.).
Altre opere2 (2 Rime).
1 (1 Fiore).
Commedia fratei Inf. 25.28, 32.21; fratel Inf. 26.54, Par. 19.137; fratelli Inf. 31.120; fratello Par. 25.94.
Altre opere fratei Rime 91.12; fratello Rime 66.14.
fratello Fiore 222.6.
Dal lat. parlato fratellus (DELI 2 s.v. fratello), dim. di frater (cfr. TLL s.v. fratellus, 6, 1, 1253.27), il sost. è att. in it. antico a partire dal 1190 in Raimb. de Vaqueiras, Contrasto (cfr. TLIO s.v. fratello). In tutte le sei occ. del poema, il vocabolo rivela il suo valore proprio di individuo in relaz. ai figli nati dagli stessi o da uno stesso genitore, con possibili particolari sfumature semantiche di volta in volta segnalate. Di parere diverso Bellomo, che, a proposito di Inf. 25.28, osserva: «D. non poteva ignorare che Caco era figlio di Vulcano perché lo afferma V. (Aen. VIII, 198), laddove i Centauri sono invece figli di Issione […], sicché si dovrà ritenere che il termine fratei sia usato metaforicamente per 'simili'». Sulla scorta della mitologia classica, il cui tramite è Lucano (Phars., IV, 596), il gigante Fialte di Inf. 31.120 è annoverato tra i fratelli Giganti, figli di Gea e di Urano. A Inf. 26.54; Par. 19.137; Par. 25.94, si identificano rispettivamente: Polinice, fratello di Eteocle; Giacomo II, fratello di Federico d'Aragona; l'apostolo Giovanni, fratello di Giacomo. Con questa accezione può essere intesa anche l'occ. di Inf. 32.21, dove l'espressione le teste de' fratei allude ai due fratelli Alessandro e Napoleone Alberti, confitti fino al collo nella ghiaccia del Cocito. I commentatori antichi e moderni, tuttavia, interpretano variamente tale passo, a seconda che si faccia rif. al vincolo parentale tra i due dannati (ad. es. l'Ottimo: «alli due miseri fratelli, che ivi erano»; Francesco da Buti: «fratelli, quanto alla generazione […] ma non quanto alla carità dell'animo, che non ebbono punto l'uno verso l'altro»), all'appartenenza a uno stesso gruppo (ad es. Daniello: «fratei, cioè de la confraternità, scola, e compagnia»; Mattalia: «i compagni di pena sono fratei, membri della stessa miserabile famiglia», e più recentemente Chiavacci Leonardi; ma, contra, Bellomo: «improbabile che il termine indichi le anime della Caina») o ancora alla condivisione di una comune condizione umana (ad es. Andreoli, Del Lungo). E vd. anche ED s.v. fratello. Non si dà conto di altre possibili interpretazioni (ad es. Lombardi, Portirelli). In senso propr. fratello ricorre in Rime 91.12 e Fiore 222.6, mentre è attributo confidenziale o affettivo in Rime 66.14 (Amore chiama Dante dolce fratello). A Par. 19.137, Laur reca la var. frate (vd.). La forma fratei per fratelli è frutto di una palatalizzazione di -li finale.
Autore: Francesca De Cianni.
Data redazione: 01.02.2019.
Data ultima revisione: 01.02.2019.
1 Essere umano di sesso maschile che condivide con un'altra persona entrambi i genitori o uno solo dei due.
[1] Inf. 25.28: Non va co' suoi fratei per un cammino, / per lo furto che frodolente fece / del grande armento ch'elli ebbe a vicino...
[2] Inf. 26.54: chi è 'n quel foco che vien sì diviso / di sopra, che par surger de la pira / dov' Eteòcle col fratel fu miso?».
[3] Inf. 31.120: e che, se fossi stato a l'alta guerra / de' tuoi fratelli, ancor par che si creda / ch'avrebber vinto i figli de la terra...
[4] Inf. 32.21: «Guarda come passi: / va sì, che tu non calchi con le piante / le teste de' fratei miseri lassi».
[5] Par. 19.137: E parranno a ciascun l'opere sozze / del barba e del fratel, che tanto egregia / nazione e due corone han fatte bozze.
[6] Par. 25.94: Dice Isaia che ciascuna vestita / ne la sua terra fia di doppia vesta: / e la sua terra è questa dolce vita; / e 'l tuo fratello assai vie più digesta...