Vocabolario Dantesco
affollare v.
Commedia 1 (1 Purg.).
Altre opere1 (1 Detto).
Commedia affollar Purg. 24.72.
Altre opere afolle Detto 88 (:).
Purg. 24.72: follar Urb - Sanguineti.
Parasintetico da folle 'sacca di cuoio; mantice' (DEI s.v. affollare 2; cfr. anche ED s.v. affollare; TLIO s.v. folle 2 e Nocentini s.v. folle, che specifica che «il lat. follis appartiene alla famiglia lessicale di flare 'soffiare'»). Come un mantice, il polmone si gonfia e si sgonfia, dando l'idea dell'ansimare. Tra i commentatori antichi è notevole la dittologia della chiosa di Francesco da Buti: «lo battere e lo ansiare del polmone». Il verbo ricorre in forma intrans. pron. anche nel Detto (88), dove molto più prob. è da considerarsi un francesismo (cfr. Formisano, Dettoad l. e bibliografia ivi citata).
Varianti.  La lezione di Urb lo follar, accolta a testo da Sanguineti, è anche nel più tardo Bol. Un. 4091 (XIV u.q., cfr. Boschi Rotiroti, Codicologia, p. 110). La var., se non è frutto di un banale scambio grafico tra a e o nella scrizione univerbata dell'articolo, farebbe capo al verbo follare. Anche follare, come affollare, potrebbe essere una formazione indigena da folle (prestito dal lat. follis 'sacco di cuoio; mantice') oppure venire dal lat. tardo *fullare 'calcare coi piedi' (cfr. Nocentini s.vv. follare e folle; DEI s.v. follare). Secondo quest'ultima ipotesi, follare nel passo dantesco varrebbe 'battere', rif. alla cassa toracica o a quello che contiene (il polmone o il cuore; vd. casso), che batte a causa della respirazione affannosa. TLIO s.v. follare interpreta, invece, come francesismo da fouler, che ha lo stesso signif. di 'calpestare' del lat. *fullare (FEW s.v. fullare). A sostegno dell'ipotesi del gallicismo si noti che, stando alla documentazione trecentesca, il verbo è att. in testi settentr. o esposti all'influenza del fr. (cfr. TLIO s.v. e Corpus OVI).
Autore: Veronica Ricotta.
Data redazione: 27.06.2017.
Data ultima revisione: 04.11.2019.
1 Sost. Il respirare affannosamente, l'ansare.
[1] Purg. 24.72: E come l'uom che di trottare è lasso, / lascia andar li compagni, e sì passeggia / fin che si sfoghi l'affollar del casso, / sì lasciò trapassar la santa greggia / Forese, e dietro meco sen veniva, / dicendo: «Quando fia ch'io ti riveggia?». ||  Var.: lo follar Urb - Sanguineti.