Vocabolario Dantesco
abbicare v.
Commedia 1 (1 Inf.).
Commedia abbica Inf. 9.78 (:).
Prima att. Parasintetico da bica (vd.) 'mucchio di covoni'. La glossa di Boccaccio a Inf. 9.78 («cioè s'amonzicchia l'una sopra l'altra») diverge da quelle dei seguenti commentatori: Benvenuto da Imola «idest applicatur terrae et absconditur ibi»; Francesco da Buti «cioè s'agiugne» (e poco sopra, parafrasando l'intero verso, «infin che [le rane] montano in su la ripa»). Gli esempi successivi a Dante riportati in TLIO s.v. abbicare tendono a confermare che il verbo con uso pron. e compl. indiretto ha il senso espresso in def. Tramite il Corpus OVI si osserva che ab(b)ica, fatti salvi i commentatori danteschi, ricorre sempre in poesia e in posizione di rima.
Autore: Cristiano Lorenzi Biondi.
Data redazione: 07.05.2018.
Data ultima revisione: 21.10.2016.
1 Pron. Aggrapparsi strettamente a qsa formando una sporgenza.
[1] Inf. 9.78: Come le rane innanzi a la nimica / biscia per l'acqua si dileguan tutte, / fin ch'a la terra ciascuna s'abbica, / vid' io più di mille anime distrutte / fuggir così dinanzi ad un ch'al passo / passava Stige con le piante asciutte.