bugio agg.
Nota:Prima att. Di etimo discusso: prob. adattamento tosc. del sett.
buso, a sua volta dal lat. volg.
*buceus 'vuoto', derivato di
*buca (DEI e Nocentini s.v.
bugio); per il LEI si può risalire a una base prerom.
*bokky-/*bogy-/*būgy- 'pungere; perforare' (ivi, s.v., 6, 602.38). Attraverso il
Corpus OVI è possibile rilevare delle att. della forma sett.
buso/buxo (ess. «[[
scil. il legno di verzi]] non sia buxo»
Zibaldone da Canal, p. 77 [venez., 1310/30]; «un legno buso»
Parafr. pav. del Neminem laedi, cap. 18, p. 86 [pav., 1342]). L'alternativa tosc. è più rara, ma un'ulteriore occ. fior., dopo Dante, si recupera nel
Pataffio: «La fuiattola pigli a frugolare, / nonn una fava bugia vuo' tu nulla...» (ivi, cap. 6.92, p. 30; per altri ess. lett. successivi, anche fig., cfr. GDLI s.v.). La vitalità di
bugio con rif. a vegetali e, in partic., ad alberi – cfr. anche il sost.
bugione 'tronco di castagno cavo' – nei dialetti tosc. moderni rende plausibile una circolazione dell'agg. anche nella lingua più antica, anche se prob. limitata all'ambito pop. (cfr. LEI s.v.
*bokky-/*bogy-/*būgy-, 6, 596.4). Nel passo dantesco,
bugio qualifica il
collo (vd.) dell'aquila divina che, proprio come quello dell'animale, è cavo, e pertanto consente il passaggio dell'aria e l'articolazione dei suoni. I commentatori chiosano l'agg. con 'perforato' («idest perforatum» Benvenuto da Imola,
ad l.) o 'vacuo' (
Francesco da Buti,
ad l.).
Autore: Barbara Fanini 23.02.2021 (ultima revisione: 19.03.2021).