trullare v.
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Commedia |
trulla Inf. 28.24 (:). |
Nota:Alle att. dantesche e le citazioni nei commentatori, si aggiunge una occorrenza nel
Pataffio (TLIO s.v.
trullare). Di origine onomatopeica per il DEI; da altri ricondotto a lat.
trulla nel significato di ‘pitale’ (cfr. Grazzini,
Per l’origine). La tradizione dei commenti danteschi e la lessicografia concordano nell’interpretare il verbo come sinonimo di 'petare', fatta eccezione per il Castelvetro, il quale, individuanedone per primo la possibile origine nel lat.
trulla, ritiene che il vocabolo indichi piuttosto l’atto di defecare. Ma nei lessici medievali
trulla («idest bombus quia trudatur» Cecchini,
Uguccione, T 174 9; ‘bombus vel sibilus ani’ Du Cange s.v.) e
trullum («hic bonbus bi hoc trullum, hic pedo, nis id est lo peto» Glossario latino-eugubino) hanno già il significato di ‘grosso peto’; mentre il corrispondente sost. volgare è attestato a partire dalla metà del sec. XIV (vd. TLIO s.v.
trullo [1]).
1 Emettere peti.
[1] Inf. 28.24: Già veggia, per mezzul perdere o lulla, / com' io vidi un, così non si pertugia, / rotto dal mento infin dove si trulla.
Autore: Francesca De Blasi 24.09.2018 (ultima revisione: 24.09.2018).