Vocabolario Dantesco

Accademia della Crusca - CNR Opera del Vocabolario Italiano

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schiudere v.
Frequenza:
Commedia 1 (1 Inf.).
Lista forme e index locorum:
Commedia schiude Inf. 30.27 (:).
Corrispondenze: Testi italiani antichi:
Corpus OVI,
DiVo,
LirIO,
Prosa fior. sec. XIII,
Petrarca e Boccaccio.
Vocabolari: TLIO, Crusca in rete, ED.
Nota:Prima att. Dal lat. excludere (DELI 2 s.v. schiudere) 'far uscire, trarre fuori dal chiuso, mandare fuori' (cfr. TLL s.v. excludo, 5, 2.1270.82; MLW s.v., 3.1517.1), così spiegato nelle Derivationes: «excludo -dis, extra claudere, idest extra clausuram emittere» (Cecchini, Uguccione C 280, 16). Nel poema, il verbo, costruito con si passivante, occorre nel paragone che accosta la corsa dei dannati, che azzannano chiunque al proprio passaggio, a quella del porco fatto uscire all'aperto per pascolare (cfr. Inglese, ad l.). Rebuffat, Furie d'uomini, p. 395, spiega che «la similitudine viene a precisare ancor meglio il modo in cui i due dannati "mordendo correvan", illuminando non solo la dinamica puntuale del gesto, ma anche il continuo andirivieni all’interno della bolgia: come un maiale che, spostandosi velocemente da un luogo all’altro per battere un territorio piú ampio, perlustra qua e là il sottobosco, col muso basso, grufolando alla ricerca di cibo». La maggior parte dei commentatori, a partire dai più antichi (Bambaglioli, Iacomo della Lana, Francesco da Buti), considera il verbo rifl. «si getta fuori», «si slancia», attribuendo all'animale l'azione di uscire dal porcile, connotata talvolta da impeto e violenza (per cui cfr. Mattalia, che sottolinea «il forzante fuoruscire della bestia che si lancia agitando il muso a destra e a sinistra» e Chiavacci Leonardi). Altri intendono il verbo con valore passivo «è lasciato uscire», «è fatto uscire», «viene liberato» (cfr. Inglese, Bellomo e già Guiniforto delli Bargigi). Altri ancora assegnano a schiudere il signif. di 'aprire' con rif. al porcile (es. Provenzal: «gli si apre il porcile») o impers. (Daniello, ad l.: «si apre e dischiude del porcile»). Fra i volgarizzamenti trecenteschi, il lat. excludo è reso con cacciare via o fuoriscacciaretrarre e mettere fuori, oltre che con i traducenti chiudere e chiudere fuori (cfr. Corpus CLaVo). L'ambiguità del vocabolo ha difatti generato la lez. banalizzante si chiude di Laur Mad (rev. s-) Pa Rb, intesa prob. col senso di escludere (TLIO s.v.). Tale lez. è accolta da Maramauro (ad l.), che chiosa: «quando è schiuso de lo porcile, idest dal loco ove se chiude el porco».
1 Condurre all'uscita, liberare.
[1] Inf. 30.27: Ma né di Tebe furie né troiane / si vider mäi in alcun tanto crude, / non punger bestie, nonché membra umane, / quant' io vidi in due ombre smorte e nude, / che mordendo correvan di quel modo / che 'l porco quando del porcil si schiude


Autore: Francesca De Cianni 26.04.2021 (ultima revisione: 11.12.2021).