martello s.m.
Lista forme e index locorum:
Commedia |
martello Par. 2.128 (:). |
Altre opere |
martello Conv. 1.13.4, 4.4.12.
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Nota:Il termine è att. in volg. a partire dalla metà del Duecento (ma si trova già come antrop. in un
doc. sen. datato 1235; cfr.
Corpus OVI). Nel poema
martello occorre un'unica volta, in rima, in una similitudine intesa a far luce sul complesso rapporto fra causa efficiente e causa strumentale. L'«essemplo materiale» (
Ottimo,
ad l.) del
martello e dell'arte fabbrile, introdotto da Beatrice per chiarire il ruolo dei «beati motor» (v. 129), si trova già in Aristotele e nei suoi commentatori (cfr. per es. Alb. Magno,
De Coelo, II, 3, 14; qui con specifico rif. al moto e all'influenza delle sfere celesti). Si richiamano alla medesima immagine, adoperata ancora con funzione esplicativa, anche le occ. di
martello rilevabili nel
Conv. (es. «onde lo fuoco e lo martello sono cagioni efficienti dello coltello, avegna che massimamente è il fabro» ivi, 1.13.4), come pure il
malleus di
Mon. 3.6.5 («sed quemadmodum malleus in sola virtute fabri operatur, sic et nuntius in solo arbitrio eius qui mictit illum»).
1 Utensile per battere, costituito da un blocco in metallo di varie forme fissato a un manico (gen. in legno).
[1] Par. 2.128: Lo moto e la virtù d'i santi giri, / come dal fabbro l'arte del martello, / da' beati motor convien che spiri...
Autore: Barbara Fanini 26.10.2017 (ultima revisione: 17.05.2018).