Vocabolario Dantesco

Accademia della Crusca - CNR Opera del Vocabolario Italiano

Vocabolario Dantesco

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accaffare v.
Frequenza:
Commedia 1 (1 Inf.).
Lista forme e index locorum:
Commedia accaffi Inf. 21.54 (:).
Corrispondenze: Testi italiani antichi:
Corpus OVI,
DiVo,
LirIO,
Prosa fior. sec. XIII,
Petrarca e Boccaccio.
Vocabolari: TLIO, Crusca in rete, ED.
Nota:Prima att. Formazione parasintetica su caffo, di etimo incerto (cfr. TLIO s.v. caffo). La connotazione semantica negativa del verbo è colta sin dai primi commentatori (es. Benvenuto da Imola «idest apprehendas et rapias alienum»). Dopo Dante, nella medesima accezione, accaffare risulta impiegato più volte dal Sacchetti (cfr. TLIO s.v. accaffare); in partic., nello stesso ricorre anche la rima dantesca raffi : accaffi (cfr. Corpus OVILa battaglia, III, ott. 7.3, p. 40). L'uso sacchettiano induce ad assegnare al verbo una certa coloritura gergale, o almeno diatopicamente circoscritta. A tal proposito, cfr. il commento dell'Anonimo Fiorentino a Inf. 21.54, che qualifica accaffare come «uno vocabolo volgare fiorentino et antico». Cfr. anche Frosini, «Luce nuova, sole nuovo», pp. 449-450.
1 Prendere illecitamente, arraffare.
[1] Inf. 21.54: Poi l'addentar con più di cento raffi, / disser: «Coverto convien che qui balli, / sì che, se puoi, nascosamente accaffi».


Autore: Barbara Fanini 10.03.2016 (ultima revisione: 21.05.2018).