costinci avv.
Nota:Prima att. Modellato sul lat.
eccum istic + *hince 'ecco di qui' (DEI s.v.
costinci) o
eccum isthinc (GDLI s.v.),
costinci è forma sintetica, rispetto a quella analitica
da costì (vd.), che esprime il moto da luogo vicino alla persona cui ci si rivolge (cfr. Rohlfs, § 906). Borghini (
Scritti, p. 308) spiega tale voce non come esito lat., ma come
costì con epitesi di
-nci: «
lì,
là,
qui,
costì,
costà [...] a' quali si aggiugne un
ci:
lici,
laci,
quici,
costici [...], come accade volendo significare da luogo, usono un
inci, così
quinci,
linci,
costinci, cioè 'da cotesto luogo'» e sottolinea che quest'ultime «sono voci buone e regolate, et a' bisogni adoperate da buoni autori, ma giudicata alcuna di loro in questi tempi un poco antichetta» (in
Annotazioni e Discorsi sul 'Decameron', p. 151, cui si rifanno Crusca [4] s.v.
costinci e Lombardi a
Purg. 15.37; vd. anche
linci). Nel poema il deittico avv. è impiegato due volte a indicare il punto da dove sono gli ascoltatori, Dante e Virgilio (Boccaccio,
Esposizioni, a
Inf. 12.63: «ove voi siete»). Tra gli esegeti, Daniello (
Inf. 12.63), oltre a riconoscere il valore locativo dell'avv., è prob. il primo a segnalare la fonte virgiliana (vd. più giù Hollander): «di costà prima che caliate più giù; et è l'adverbio latino
istinc, è simil modo di dire Virgiliano,
iam istinc et comprime gressum [Verg.
Aen. VI, 389]»; come già nota Hollander a
Purg. 9.85: «The warder's words of challenge, 'Dite costinci' (Say it from there) repeat, as many note, the challenge of one of the centaurs to the approach of Virgil and Dante (
Inf. XII.63) and, like that one, probably reflect Charon's similar words (
fare age... iam istinc [tell me... right where you are]) to the invading Aeneas in
Aeneid VI.389, as Daniello (comm. to vv. 85-87) was perhaps the first to note». Dopo Dante, l'avv. ricorre esclusivamente in testi di area tosc. (TLIO s.v.
costinci), per poi circolare sempre più raramente in ambito letterario, anche nella forma rafforzata con prep.
di costinci (cfr. Crusca [5] e GDLI s.v.; Sosnowski,
Deissi spaziale, pp. 145-147 e 151-152). P. Petrocchi (NDU s.v.
costinci) registra la voce come fuori uso.
1 Dal luogo in cui si trova chi ascolta; da codesto luogo.
[1] Inf. 12.63: Veggendoci calar, ciascun ristette, / e de la schiera tre si dipartiro / con archi e asticciuole prima elette; / e l'un gridò da lungi: «A qual martiro / venite voi che scendete la costa? / Ditel costinci; se non, l'arco tiro».
[2] Purg. 9.85: «Dite costinci: che volete voi?», / cominciò elli a dire, «ov' è la scorta? / Guardate che 'l venir su non vi nòi».
Autore: Francesca De Cianni 26.04.2021 (ultima revisione: 09.11.2023).