Vocabolario Dantesco

Accademia della Crusca - CNR Opera del Vocabolario Italiano

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coltello s.m.
Frequenza:
Commedia 1 (1 Inf.).
Altre opere7 (7 Conv.).
2 (2 Fiore).
Lista forme e index locorum:
Commedia coltel Inf. 29.83.
Altre opere coltello Conv. 1.2.2, 1.11.11, 1.13.4, 1.13.4, 4.4.12, 4.14.11, 4.27.5.
coltel Fiore 107.11; Coltelli Fiore 52.13.
Corrispondenze: Testi italiani antichi:
Corpus OVI,
DiVo,
LirIO,
Prosa fior. sec. XIII,
Petrarca e Boccaccio.
Vocabolari: TLIO, Crusca in rete, ED.
Nota:
Dal lat. cultellus, dimin. di culter 'coltello' (DELI 2 s.v.). Il sost. è att. in volg. molto precocemente, a partire già dalla fine del sec. XII (vd. TLIO s.v.). In Dante coltello ricorre più spesso nel Convivio, nel quale assume, in un caso, il valore metaf. di 'capacità di discernimento': «L'una è che parlare alcuno di se medesimo pare non licito; l'altra è che parlare in esponendo troppo a fondo pare non ragionevole: e lo illicito e 'l non ragionevole lo coltello del mio giudicio purga in questa forma» (ivi, 1.2.2). Ha valore propr. nell'unica occ. del poema: qui sono paragonate al coltello con cui il cuoco raschia via le squame della scardova (vd.) le unghie dei dannati per alchimia, costretti a strapparsi spasmodicamente le croste della lebbra dal corpo per il «pizzicor, che non ha più soccorso» (v. 81). Il termine è poi impiegato due volte nel Fiore: in un caso, con il valore di 'stiletto elegante' che impreziosisce l'abbigliamento («E pettini d'avorio e riz[z]atoi, / Coltelli e paternostri e tessutetti: / Ché questi non son doni strug[g]itoi» ivi, 52.13); nell'altro con quello di 'strumento tagliente usato per cibarsi' nell'espressione leccare il coltello, cioè 'essere ridotto in stato di estrema povertà' («Or che darà colui che 'l coltel lecca?» ivi, 107.11; vd. TLIO s.v. coltello, § 1.3). Per tale espressione, cfr. «Que donra qui son cousteau leiche?» (Roman de la rose, v. 11224).
1 Strumento da taglio con un'impugnatura in vari materiali e una lama metallica (nell'es., usato in cucina).
[1] Inf. 29.83: e sì traevan giù l'unghie la scabbia, / come coltel di scardova le scaglie / o d'altro pesce che più larghe l'abbia.


Autore: Barbara Fanini 29.09.2021 (ultima revisione: 01.11.2021).