Vocabolario Dantesco
chioccio agg.
Commedia 2 (2 Inf.).
Commedia chiocce Inf. 32.1 (:); chioccia Inf. 7.2 (:).
Prima att. Deriva dal v. chiocciare, solitamente considerato continuatore del lat. tardo clociare o glauciare per il classico glocire (cfr. DEI e Nocentini s.v. chiocciare e anche LEI s.v. *klokk, 15, 95.49-97.31 e 100.2-23). Fin dall’inizio diverse sono le interpretazioni dei commentatori per Inf. 7.2: Iacomo della Lana «voxe arocada overo voxe fioca»; Guido da Pisa «non alta voce sed fracta clamavit […] admodum campane, que dum est fracta non clare sonat»; Ottimo commento (ultima forma) «non parla mai con boce chiara né intera»; Boccaccio «cioè non chiara né espedita»; Benvenuto da Imola «idest submissa»; Francesco da Buti «cioè stridente e sozza». La definizione qui proposta tiene anche conto di Rea, La voce di chioccia, che sulla scorta anche del Du Cange s.v. clocire (dove il verbo si riferisce al rumore di un liquido che esce da una bottiglia), intende la voce chioccia di Pluto come una voce «‘sincopata, singhiozzante’, come strozzata in gola», per lo stupore provato (Rea, ivi, pp. 94 e 95), interpretazione che troverebbe conferma nell’antonimo espedito ‘libero da impedimenti’ (cfr. TLIO s.v.) utilizzato nella già cit. chiosa del Boccaccio. A Inf. 32.1 l’espressione rime aspre e chiocce allude a uno stile conveniente all’estrema descrizione della voragine infernale, caratterizzato da irregolarità e dissonanze. A tal proposito, si osservi che Isidoro, Etimol., III.21.13, parlando della «modulatio vocis», afferma: «Aspera vox est rauca, et quae dispergitur per minutos et in dissimiles pulsus»; tale definizione sembra essere utile sia per Inf. 7.2 (e i relativi commentatori) sia per Inf. 32.1 (vd. anche aspro e la relativa Nota). Rea, ivi, sulla scorta della glossa di Iacomo della Lana a Inf. 32.1 (in cui si parla di «rima aspra e no consonante» e di rime «aspre, sorde e chiocenti»), definisce le rime chiocce «‘non consonanti, irregolari’, […] insomma irrelate». Per altre ipotesi sull’agg., vd. anche Viel, La voce di Pluto e Id., «Quella materia ond’io son fatto scriba», pp. 218-220.
Autore: Cristiano Lorenzi Biondi.
Data redazione: 14.06.2017.
Data ultima revisione: 15.05.2018.
1 Strozzato in gola e intermittente (detto di una voce).
[1] Inf. 7.2: «Pape Satàn, pape Satàn aleppe!», / cominciò Pluto con la voce chioccia...
1.1 Che presenta un suono sgradevole e irregolare (detto di uno stile poetico).
[1] Inf. 32.1: S' ïo avessi le rime aspre e chiocce, / come si converrebbe al tristo buco / sovra 'l qual pontan tutte l'altre rocce, / io premerei di mio concetto il suco / più pienamente...