Vocabolario Dantesco
brama s.f.
Commedia 7 (3 Inf., 2 Purg., 2 Par.).
Commedia brama Inf. 15.111 (:), 32.94 (:), Purg. 15.78 (:), 23.35 (:), Par. 27.9; brame Inf. 1.49 (:), Par. 4.4 (:).
Togliere la brama 1.
Deverbale da bramare (vd.), brama ricorre esclusivamente nel poema e quasi sempre in posizione rimica. Il termine è spesso impiegato con rif. alla fame incontrollabile propria degli animali e a quella, altrettanto incontenibile e irrazionale, dei peccatori di gola (§ 1.1): un partic. valore semantico che è colto con puntualità da Boccaccio (cfr. ad l.: «Brama è propriamente il bestiale appetito di manicare»).
Autore: Barbara Fanini.
Data redazione: 04.07.2018.
Data ultima revisione: 04.07.2018.
1 Desiderio ardente, smodato.
[1] Inf. 15.111: Priscian sen va con quella turba grama, / e Francesco d'Accorso anche; e vedervi, / s'avessi avuto di tal tigna brama, / colui potei che dal servo de' servi / fu trasmutato d'Arno in Bacchiglione...
[2] Inf. 32.94: Ed elli a me: «Del contrario ho io brama. / Lèvati quinci e non mi dar più lagna, / ché mal sai lusingar per questa lama!».
[3] Par. 27.9: Oh gioia! oh ineffabile allegrezza! / oh vita intègra d'amore e di pace! / oh sanza brama sicura ricchezza!
Locuz. verb. Togliere (la) brama: esaudire, soddisfare un desiderio.
[4] Purg. 15.78: E se la mia ragion non ti disfama, / vedrai Beatrice, ed ella pienamente / ti torrà questa e ciascun' altra brama.
1.1 Desiderio viscerale di nutrirsi, appetito.
[1] Inf. 1.49: Ed una lupa, che di tutte brame / sembiava carca ne la sua magrezza, / e molte genti fé già viver grame...
[2] Purg. 23.35: Chi crederebbe che l'odor d'un pomo / sì governasse, generando brama, / e quel d'un' acqua, non sappiendo como?
[3] Par. 4.4: sì si starebbe un agno intra due brame / di fieri lupi, igualmente temendo; / sì si starebbe un cane intra due dame...