Vocabolario Dantesco
lici avv.
Commedia 2 (1 Inf., 1 Purg.).
Commedia lici Inf. 14.84 (:), Purg. 7.64 (:).
Di lici 1.1.
Vocabolari: Crusca in rete, ED.
Prima att. Il deittico locativo lici 'lì', rif. a un luogo lontano da chi parla e da chi ascolta, deriva o dall'avv. lat. illīce in luogo del lat. classico illīc (DEI s.v. lici) oppure dall'avv. it.  con «epitesi colloquiale, senza rilievo dal punto di vista semantico» (SIA II, p. 649; vd. anche ED, Appendice, p. 211). Si vedano, fondati sul medesimo modello compositivo, gli avv. quici e laci (vd.); vd. inoltre linci; per tutto cfr. Parodi, Lingua, p. 261. Nell'occ. di Inf. 14.84 l'avv. (in rima con peccatrici e pendici) ha valore di stato in luogo (il cammino per proseguire era lì, in mezzo alle pareti del sabbione infuocato), mentre per la locuz. avv. di lici a Purg. 7.64, alla quale la prep. di conferisce valore di moto da luogo, vd. Locuz. e fras. Lici, insieme ad altri avv. di luogo, è cit. da Borghini, Scritti, p. 308, che ne documenta la diffusione in ambito popolare tosc.: «Gli avverbi locali sono naturali in Toscana:  (ibi),  (illuc), qui (hic), qua (hichac), costìcostà (histic), etc., et la loro significatione è manifesta: ibihicistic, etc., a' quali si aggiugne un cilicilaciquicicostici, etc.». Nell'ambito dell'antica esegesi, Guido da Pisa a Inf. 14.84 identifica nel deittico un idiotismo fior.: «est istud lici vocabulum Florentinorum, quod tantum sonat quantum 'ibi'». Cristoforo Landino ad l., riconducendo prob. la voce al lat. licet, interpreta il passo in modo errato («facile era passare in su quelle pietre»); lo stesso fraintendimento è forse riscontrabile, se non è un mero errore di copia, nella lez. lice ad l. di Urb, che Tonello-Trovato ad l. rintracciano nell'intero ramo β0 del loro stemma. Nel Corpus OVI lici è att., al di fuori del circuito esegetico, solo nel Teseida di Giovanni Boccaccio (che però nelle sue Chiose spiega l'avv. come «quivi»), in sede rimica.
Locuz. e fras. Nell'occ. di Purg. 7.64 la locuz. avv. di lici 'da lì', in rima con dici e quici (con cui è anche in dialogo intralessicale), ha valore di moto da luogo (Dante e Virgilio si erano allontanati da lì, da quel luogo).
Autore: Francesca Spinelli.
Data redazione: 20.02.2024.
Data ultima revisione: 17.06.2024.
1 In un luogo lontano da chi parla e da chi ascolta; lì.
[1] Inf. 14.84: Lo fondo suo e ambo le pendici / fatt' era 'n pietra, e ' margini dallato; / per ch'io m'accorsi che 'l passo era lici.
1.1 Di lici: da lì (con valore di moto da luogo).
[1] Purg. 7.64: Poco allungati c'eravam di lici, / quand' io m'accorsi che 'l monte era scemo, / a guisa che i vallon li sceman quici.