Vocabolario Dantesco
disagiare v.
Commedia 1 (1 Purg.).
Commedia disagia Purg. 19.140 (:).
Usato transitivamente, il verbo disagiare indica l’azione di privare dell'agio, disturbare (una persona o una situazione): nel contesto dantesco, in partic., la sosta di Dante disturba, impedendola, la sofferenza espiatoria di Adriano. L’occ. dantesca ben s’inserisce nell’uso duecentesco (vd. TLIO s.v. disagiare). La maggior parte dei commentatori glossa il verbo come 'impedire' (vd. ad es. Portirelli, ad l., che spiega «propriamente vale 'scomoda', qui vale 'impedisce'»). Vd. anche disagio.
Autore: Chiara Murru.
Data redazione: 27.09.2018.
Data ultima revisione: 30.06.2020.
1 Togliere agio, disturbare causando un impedimento.
[1] Purg. 19.140: Vattene omai: non vo' che più t'arresti; / ché la tua stanza mio pianger disagia, / col qual maturo ciò che tu dicesti.