Dal lat. tardo
defensa, a sua volta da
defensum, part. perf. pass. di
defendĕre (LEI s.v., D4 695, 42-703.38). Il sost., al pari di
difensione (vd.), è att. nel signif. di 'azione di protezione' a partire dal Duecento (cfr. TLIO s.v.
difesa). Con tale valore il vocabolo è usato, in
Par. 14.116, nella locuz. prep.
per difesa di qno («per sua difesa»). In
Par. 27.57 il sost. ricorre entro l'invocazione di san Pietro per alludere all'azione divina di tutela e aiuto contro la corruzione della chiesa, con specif. richiamo biblico all'indugio di Dio a intervenire (Ps. 43,23: «Exsurge! Quare dormis, Domine?»). A tale senso si riconduce
Francesco da Buti («cioè o Iddio, che li doveresti difendere, cioè li sudditi e li cristiani sottoposti a la loro cura»,
ad l.) e quasi tutta l'esegesi moderna, che oscilla tra 'soccorso' e 'protezione'. Parte dell'esegesi più antica si richiama invece all'accezione di 'vendetta, giustizia', riferendosi alla divina autorità di punire il clero corrotto: per es.
Iacomo della Lana («Qui explora alla vendetta, la quale li par che troppo tarde»),
Ottimo («predice la futura giustizia») e Benvenuto da Imola («o vindicta Dei, cur tantum dormis? cur non excitas iram tuam contra istos?»). Tale opzione è ripresa più di recente da Inglese (
ad l.), anche in continuità col senso di
difesa come 'punizione, vendetta' diffuso nel lat. classico e mediev. (cfr. TLL s.v.
defendo, 5, 1, 305.23; Du Cange s.v.
defensa 1). Petrocchi segnala (
ad l.) le var. tarde
iudicio (Caetani, Lond. Add. 26771, ecc.) e
vendetta (Vat. 3200, Marc. IX 33, ecc.), giustificate rispettivamente come prob. trivializzazione ed eco di
Inf. 14.16. In
Par. 5.39
a tua difensa (Pr, Tz) è lez. rifiutata dall'editore, poco persuasiva se raffrontata a
a tua dispensa (vd.), opzione favorita anche dalla rima equivoca al v. 35: la locuz. «potrebbe significare 'a tuo riparo', 'a tuo vantaggio', ma trivializzerà la non facile metafora della
dispensa [...]» (Petrocchi,
ad l.).