Vocabolario Dantesco
difesa s.f.
Commedia 2 (2 Par.). [+var.: 1 (1 Par.)]
Altre opere7 (4 Vn., 1 Conv., 2 Rime).
7 (7 Fiore).
Commedia difesa Par. 14.116 (:), 27.57. [+var.: difensa Pr Tz Par. 5.39].
Altre opere difesa Vn 7.1, 9.1, 9.5, 10.1, Conv. 3.10.8, Rime 12.8 (:), 14.97 (:).
difensa Fiore 30.9 (:); difesa Fiore 137.7 (:); difese Fiore 25.13 (:), 32.3 (:), 47.5 (:), 128.4 (:), 225.11 (:).
Per sua difesa 1.
Dal lat. tardo defensa, a sua volta da defensum, part. perf. pass. di defendĕre (LEI s.v., D4 695, 42-703.38). Il sost., al pari di difensione (vd.), è att. nel signif. di 'azione di protezione' a partire dal Duecento (cfr. TLIO s.v. difesa). Con tale valore il vocabolo è usato, in Par. 14.116, nella locuz. prep. per difesa di qno («per sua difesa»). In Par. 27.57 il sost. ricorre entro l'invocazione di san Pietro per alludere all'azione divina di tutela e aiuto contro la corruzione della chiesa, con specif. richiamo biblico all'indugio di Dio a intervenire (Ps. 43,23: «Exsurge! Quare dormis, Domine?»). A tale senso si riconduce Francesco da Buti («cioè o Iddio, che li doveresti difendere, cioè li sudditi e li cristiani sottoposti a la loro cura», ad l.) e quasi tutta l'esegesi moderna, che oscilla tra 'soccorso' e 'protezione'. Parte dell'esegesi più antica si richiama invece all'accezione di 'vendetta, giustizia', riferendosi alla divina autorità di punire il clero corrotto: per es. Iacomo della Lana («Qui explora alla vendetta, la quale li par che troppo tarde»), Ottimo («predice la futura giustizia») e Benvenuto da Imola («o vindicta Dei, cur tantum dormis? cur non excitas iram tuam contra istos?»). Tale opzione è ripresa più di recente da Inglese (ad l.), anche in continuità col senso di difesa come 'punizione, vendetta' diffuso nel lat. classico e mediev. (cfr. TLL s.v. defendo, 5, 1, 305.23; Du Cange s.v. defensa 1). Petrocchi segnala (ad l.) le var. tarde iudicio (Caetani, Lond. Add. 26771, ecc.) e vendetta (Vat. 3200, Marc. IX 33, ecc.), giustificate rispettivamente come prob. trivializzazione ed eco di Inf. 14.16. In Par. 5.39 a tua difensa (Pr, Tz) è lez. rifiutata dall'editore, poco persuasiva se raffrontata a a tua dispensa (vd.), opzione favorita anche dalla rima equivoca al v. 35: la locuz. «potrebbe significare 'a tuo riparo', 'a tuo vantaggio', ma trivializzerà la non facile metafora della dispensa [...]» (Petrocchi, ad l.).
Autore: Francesca De Cianni.
Data redazione: 26.04.2021.
Data ultima revisione: 01.07.2022.
1 Atto del proteggere da un danno. Locuz. prep. Per difesa di: per proteggere qno da qsa.
[1] Par. 14.116: così si veggion qui diritte e torte, / veloci e tarde, rinovando vista, / le minuzie d'i corpi, lunghe e corte, / moversi per lo raggio onde si lista / talvolta l'ombra che, per sua difesa, / la gente con ingegno e arte acquista. 
2 [Con rif. a Dio:] atto del proteggere l'incolumità di qno, intervenendo contro qsa o qno.
[1] Par. 27.57: In vesta di pastor lupi rapaci / si veggion di qua su per tutti i paschi: / o difesa di Dio, perché pur giaci? 
[ 3 +var. Locuz. prep. A difesa di: a vantaggio di (qno). ]
[1] Par. 5.39: convienti ancor sedere un poco a mensa, / però che 'l cibo rigido c'hai preso, / richiede ancora aiuto a tua dispensa. ||  difensa Tr Pz.