Commedia |
camo Purg. 14.143 (:). |
Latinismo da
camus (LEI s.v., 10, 525.30), di derivazione biblica («In camo et fraeno maxillas eorum constringe qui non approximant ad te»,
Ps. 31, 9). Il sost. lat. è richiamato da Dante anche in
Mn 3.16.9: «humana cupiditas postergaret nisi homines, tanquam equi, sua bestialitate vagantes "in camo et freno" compescerentur in via». Con valore fig., il termine è att. in volg. già in un sonetto in tenzone con Chiaro Davanzati di
Pacino Angiulieri (seconda metà sec. XIII), mentre il senso propr. di 'morso' è documentato soltanto più tardi, verso la fine del sec. XIV, nel volg. anonimo della
Mascalcia di Lorenzo Rusio (vd. TLIO s.v.
camo 1). Dal sost. si originano anche il v.
incamare e l'agg.
incamato, che contano tuttavia att. rarissime e isolate (vd. TLIO s.vv.
incamare,
incamato; cfr. anche Parodi,
Lingua, II, p. 272).
Autore: Barbara Fanini.
Data redazione: 13.10.2020.
Data ultima revisione: 02.11.2020.