Vocabolario Dantesco
cagna s.f.
Commedia 2 (2 Inf.).
Commedia cagne Inf. 13.125, 33.31.
La forma femm., che generalmente indica in maniera neutra la femmina del cane (vd.), si configura nella Commedia come una scelta marcata. L’impiego allegorico in Inf. 13.25 per «l’indigenza, o i creditori» che perseguitarono in vita gli scialacquatori (cfr. Chiavacci Leonardi) e quello fig. nel sogno di Ugolino (Inf. 33.31) sono da collegare alla frequente connotazione neg. della parola, utilizzata anche come ingiuria (cfr. TLIO s.v. cagna).
Autore: Veronica Ricotta.
Data redazione: 29.06.2018.
Data ultima revisione: 04.05.2020.
1 Femmina del cane (con valenza neg. e in contesto fig., a significare aggressività e malvagità).
[1] Inf. 13.125: Di rietro a loro era la selva piena / di nere cagne, bramose e correnti / come veltri ch'uscisser di catena.
[2] Inf. 33.31: Con cagne magre, studïose e conte / Gualandi con Sismondi e con Lanfranchi / s'avea messi dinanzi da la fronte.