Vocabolario Dantesco
bramoso agg.
Commedia 4 (3 Inf., 1 Purg.).
Commedia bramosa Inf. 1.98; bramose Inf. 6.27, 13.125; bramosi Purg. 24.108.
L'agg. ricorre unicamente nel poema: nella prima cantica, bramoso è impiegato con rif. alla fame senza controllo propria delle bestie (vd. anche brama, § 1.1), mentre in Purg. 24.108 contribuisce a costruire la vivace similitudine con la quale è rappresentata l'ardente golosità dei penitenti della sesta cornice, paragonati a impazienti «fantolini» (ibid.). Il peculiare valore semantico assunto dall'attributo in relazione alla voracità incontrollabile e animalesca può forse aver favorito, a Inf. 1.47, la lettura bramosa fame (anziché rabbiosa fame: vd. rabbioso) trasmessa dai mss. Mart e Triv e da alcuni testimoni della trad. seriore. La lez. è messa a testo da Lanza, il quale, superando l'ipotesi dell'errore di ripetizione indotto dal successivo brame, ritiene bramosa «il primo spunto del leitmotiv di questi versi: la bramosia, che domina lo scenario della selva del male. Il leone palesa un'incontenibile bramosa fame, mentre poi la lupa, carca di tutte brame, diviene addirittura l'incarnazione vivente della bramosia» (Id., ad l.).
Autore: Barbara Fanini.
Data redazione: 04.07.2018.
Data ultima revisione: 04.07.2018.
1 Che desidera ardentemente (qsa).
[1] Purg. 24.108: Vidi gente sott' esso alzar le mani / e gridar non so che verso le fronde, / quasi bramosi fantolini e vani / che pregano...
1.1 Che prova un desiderio viscerale di nutrirsi, famelico.
[1] Inf. 6.27: E 'l duca mio distese le sue spanne, / prese la terra, e con piene le pugna / la gittò dentro a le bramose canne.
[2] Inf. 13.125: Di rietro a loro era la selva piena / di nere cagne, bramose e correnti / come veltri ch'uscisser di catena.
[Con rif. all'appetito stesso:] insaziabile.
[3] Inf. 1.98: e [[scil. la lupa]] ha natura sì malvagia e ria, / che mai non empie la bramosa voglia, / e dopo 'l pasto ha più fame che pria.