Vocabolario Dantesco
vespa s.f.
Commedia 2 (1 Inf., 1 Purg.).
Commedia vespa Purg. 32.133; vespe Inf. 3.66.
Dal lat. vespa (DELI 2 s.v. vespa 1), il termine è att. in volg. dalla seconda metà del sec. XIII; nel poema occorre due volte, sempre in senso propr.: a Inf. 3.66 la vespa tormenta – assieme al moscone (vd.) – i pusillanimi (per la partic. scelta dei due insetti e per il possibile signif. simbolico, cfr. i commentatori richiamati in ED s.v. vespa). A Purg. 32.133, l'azione distruttrice del drago (vd.), che trafigge con la coda il carro della Chiesa, è paragonata a quella di una vespa «che ritragge l'ago» (v. 133), cioè il pungiglione.
Autore: Barbara Fanini.
Data redazione: 25.11.2020.
Data ultima revisione: 11.01.2021.
1 [Zool.] Insetto appartenente alla famiglia degli Imenotteri munito di pungiglione.
[1] Inf. 3.66: Questi sciaurati, che mai non fur vivi, / erano ignudi e stimolati molto / da mosconi e da vespe ch'eran ivi.
[2] Purg. 32.133: e vidi uscirne un drago / che per lo carro su la coda fisse; / e come vespa che ritragge l'ago, / a sé traendo la coda maligna, / trasse del fondo, e gissen vago vago.