Vocabolario Dantesco
teschio s.m.
Commedia 2 (2 Inf.).
Commedia teschio Inf. 32.132, 33.77.
Vocabolari: Crusca in rete, ED.
Dal lat. volg. *testulum, dimin. di testum 'coperchio, vaso di terracotta' (DELI 2 s.v. teschio). Il termine, già doc. come antrop. fior. nel 1116 (cfr. GDT s.v. teschio), risulta impiegato nell'Almansore volg. e nei Fatti dei Romani, entrambi di area fior. e collocabili entro il primo quarto del sec. XIV. Nel primo testo, in partic., teschio è introdotto in un inciso che glossa il raro cultismo cranio («E perciò fece Idio sotto il craneo, cioè sotto 'l teschio del capo, forame per lo quale elli trasse e produsse parte del cerebro» ivi, L. I, cap. 1, p. 27; cfr. Corpus OVI). Il primato delle occ. infernali dantesche è pertanto dubbio; del resto, l'origine schiettamente pop. della forma e l'uso precoce come antrop. lasciano supporre una diffusione di teschio – almeno in area tosc. – ampiamente anteriore al poema. Sul piano semantico, il sost. è impiegato da Dante sempre in senso propr. e con rif. al bestiale pasto di Ugolino. A Inf. 32.132, con la precisione e il realismo anatomico che contraddistinguono anche i versi precedenti (vd. cervello, nuca), teschio «definisce evidentemente la parte ossea del cranio, in contrapposizione con l'altre cose, che sono il cervello, la carne e i capelli» (Mariani, in ED s.v.). Fra gli esegeti prevalgono le glosse dei non tosc.; così, per es., Benvenuto da Imola: «il teschio, idest craneum capitis, e l'altre cose, scilicet cerebrella» (ad l.).
Autore: Barbara Fanini.
Data redazione: 21.07.2020.
Data ultima revisione: 31.07.2020.
1 [Anat.] Insieme delle ossa del cranio.
[1] Inf. 32.132: non altrimenti Tidëo si rose / le tempie a Menalippo per disdegno, / che quei faceva il teschio e l'altre cose.
[2] Inf. 33.77: Quand' ebbe detto ciò, con li occhi torti / riprese 'l teschio misero co' denti, / che furo a l'osso, come d'un can, forti.