Vocabolario Dantesco
rosta s.f.
Commedia 1 (1 Inf.).
Commedia rosta Inf. 13.117 (:).
Vocabolari: Crusca in rete, ED.
Germanismo, dal longob. hrausta ‘griglia, graticola’ e ‘recinto’ (Gamillscheg, Romania Germanica, II, p. 145; Zaccaria, Elemento germanico, p. 406-407), da cui i signif. fondamentali di ‘fascio di rami, avviluppo d’arbusti’ e ‘protezione per gli argini fluviali, sbarramento difensivo’, già registrati nel lat. mediev. e in it. antico prima di Dante (per l'it. antico cfr. rispettivamente Restoro d'Arezzo, L. II, dist. 8, cap. 23 e il Serventese Lambertazzi, 562, p. 869), insieme al senso traslato di ‘intoppo, impedimento, ostacolo’ (Monte Andrea): per tutto cfr. Corpus OVI. Nella maggior parte dei commenti danteschi si glossa «sterpi», «frasche», «ramicelli»; e Boccaccio ne specifica il signif. estens.: «questo vocabolo rosta usiam noi in cotali fraschette o ramicelli verdi d'àlbori, con le quali la state cacciam le mosche» (vd. anche arrostare). Nella Commedia con il termine si indica propr. un viluppo di ramaglie e frasche, che rende difficoltoso il passaggio o lo impedisce del tutto (cfr. Borghini, Scritti, p. 244: «non rami et branche, ma intrecciamento et inviluppamento di rami et branche»). Altri intendono invece direttamente in senso estens. ‘impedimento, ostacolo’ (Benvenuto da Imola: «turbas obviantium, aut resistentium eis»), interpretazione avallata anche da Barbi, Problemi, p. 208.
Autore: Francesca De Blasi.
Data redazione: 01.09.2017.
Data ultima revisione: 27.04.2018.
1 Intrico di arbusti, fronde e sterpaglie che intralcia il passaggio.
[1] Inf. 13.117: Ed ecco due da la sinistra costa, / nudi e graffiati, fuggendo sì forte, / che de la selva rompieno ogne rosta.