Vocabolario Dantesco
quiditate s.f.
Commedia 2 (2 Par.).
Commedia quiditate Par. 20.92 (:), 24.66 (:).
Vocabolari: Crusca in rete, ED.
Prima att. Latinismo da quidditas (DELI 2 s.v. quiddità). Il cultismo filosofico di tradizione scolastica (cfr. Tommaso, Lexicon, s.v. quidditas), indica l’insieme degli elementi ontologicamente caratterizzanti qsa, corrispondenti quindi a tutto ciò che una cosa è per sua natura, considerati in quanto conoscibili dall’intelletto («Non enim res est intelligibilis nisi per diffinitionem et essentiam suam», Tommaso, De ente et essentia 1.3). Tommaso (De ente et essentia 1.27-31) ne fornisce anche una spiegazione etimologica: «Et quia illud, per quod res constituitur in proprio genere vel specie, est hoc quod significatur per diffinitionem indicantem quid est res, inde est quod nomen essentiae a philosophis in nomen quiditatis mutatur». A Par. 24.66 Dante risponde infatti al quid est? di v. 53: «Fede che è?». Al di là del contesto dei commenti alla Commedia, il termine conta due occorrenze nel Libro del difenditore della pace (cfr. Corpus OVI).
Autore: Vito Luigi Castrignanò; Francesca De Blasi.
Data redazione: 25.09.2018.
Data ultima revisione: 25.09.2018.
1 [Filos.] L'essenza intelligibile di qsa.
[1] Par. 20.92: Fai come quei che la cosa per nome / apprende ben, ma la sua quiditate / veder non può se altri non la prome.
[2] Par. 24.66: fede è sustanza di cose sperate / e argomento de le non parventi; / e questa pare a me sua quiditate».