Vocabolario Dantesco
nazione s.f.
Commedia 2 (1 Inf., 1 Par.).
Altre opere1 (1 Rime).
Commedia nazion Inf. 1.105; nazione Par. 19.138.
Altre opere nazion Rime 4.63.
Voce corrispondente nelle opere latine di Dante: VDL.
Testi italiani antichi:
Corpus OVI,
DiVo,
LirIO,
Prosa fior. sec. XIII,
Petrarca e Boccaccio.
Vocabolari: TLIO, Crusca in rete, ED.
Dal lat. nationem 'nascita', a sua volta da nasci 'nascere' (DELI 2 s.v. nazione). L'etimo e la spiegazione del vocabolo sono forniti da Uguccione nelle Derivationes: «natio -nis, idest nascendi proprietas, scilicet actus vel passio nascendi. Et natio dicitur gens secundum propriam cognationem et collectionem ut Greci, Italici, Franci, et natio provincia eorum est» (Cecchini, Uguccione, N 12, 2-3; vd. anche Isidoro, Etimol., IX.2.1), trovando ampio riscontro in lat. (vd. TLL s.v. natio, 9, 1, 132-134 e 135.61), nonché in testi volg. a partire dalla fine del Duecento (cfr. TLIO s.v. nazioneCorpus OVI). Nel poema il sost. è impiegato due volte. A Inf. 1.105 col signif. etimol. di 'nascita, origine', rif. al veltro (vd.) di cui Virgilio profetizza la venuta, all'interno di un passo volutamente oscuro che si lega alle varie interpretazioni di feltro (vd.; sulla questione assai dibattuta vd. ED s.v. feltro, Bellomo, ad l.). Alcuni commentatori (es. Gelli, Castelvetro, Lombardi), in base a una lettura geografica di feltro nel primo caso come Feltre, nel Veronese, e nel secondo come Montefeltro, in Romagna («la soluzione meno lambiccata», Inglese, ad l.), intendono più specif. nazione come «luogo di nascita». A Par. 19.138 egregia nazione definisce in senso estens. la stirpe aragonese, disonorata dallo zio e dal fratello di Federico II d'Aragona (Benvenuto da Imola: «generosam prosapiam»). Con lo stesso signif. di 'stirpe' si trova in Rime 4.63. Nella prosa lat. Dante ricorre più volte al sost. per indicare sia il luogo di nascita (De Vulg 1.6.2) sia i popoli con la stessa origine, cultura e lingua (De Vulg. 1.6.3, 1.8.3, Mon. 1.14.5, 2.5.7, Ep. 8.5); nazione per indicare la propria origine trova una significativa rispondenza in Ep. 13.1 e 28 («florentinus natione non moribus», autodefinizione provocatoria già nota agli antichi esegeti: es. Iacomo della Lana, Inf. 15.69 «E perçò sì se scrivea l'autor Dante da Fiorença per natione ma no per costumi»; Guido da Pisa, Inf. 15.69-71: «hoc semper in suis licteris ostendebat dicens: "Dantes Florentinus natione, non moribus"»; cfr. Azzetta, Epistola XIII, pp. 327 e 359 e bibliografia ivi cit.).
Autore: Francesca De Cianni.
Data redazione: 26.04.2021.
Data ultima revisione: 08.05.2022.
1 Nascita, origine.
[1] Inf. 1.105: Questi non ciberà terra né peltro, / ma sapïenza, amore e virtute, / e sua nazion sarà tra feltro e feltro. 
1.1 Origine dinastica di una famiglia; stirpe (estens.).
[1] Par. 19.138: E parranno a ciascun l'opere sozze / del barba e del fratel, che tanto egregia / nazione e due corone han fatte bozze.