Commedia |
anelo Par. 22.5 (:). |
Att. solo nella
Commedia e cit. nei commentatori.
Latinismo da
anhelus (LEI s.v., 2, 1283.19). L'agg., impiegato da Dante anche nella produzione lat. (cfr.
Eg. 2.27 e 4.28), vale propr. 'che respira con difficoltà', condizione tipica di chi è colto da ansia o da spavento (cfr. Cecchini,
Uguccione, A 119, 5: «anelus -a -um, unde quidam vitiose aspirant, et inde anelus idest anxius»). Nell'it. antico, il ricorso al cultismo resta limitato al circuito esegetico della
Commedia (cfr.
ad l. Iacomo della Lana: «çoè pauroso e smarrido»;
Francesco da Buti: «cioè et angoscioso per lo battere del pulmone»). L'isolamento dell'att. dantesca è confermato dai volgarizzamenti tosc. trecenteschi, che rendono il lat.
anhelus per lo più attraverso i traducenti
ansante,
affaticato,
stanco (cfr.
Corpus CLaVo). Nei testi antichi risultano certamente più diffusi gli esiti metatetici, tra cui il dantesco
lena (vd.).
Autore: Barbara Fanini.
Data redazione: 10.04.2017.
Data ultima revisione: 02.05.2018.