Vocabolario Dantesco
insurgere v.
Commedia 1 (1 Purg.).
Commedia insurgo Purg. 26.96 (:).
Prima att. Latinismo da insurgere 'levarsi su' (DELI 2 s.v. insorgere), in uso nel lat. classico e mediev. col signif. primario di «aliquo surgere, se erigere» (TLL s.v. insurgo, 7, 1, 2061.56-57; DMLBS s.v. insurgere, § 1) e att., con senso propr., in it. antico solo in Simone da Cascina (XIV ex.) (cfr. TLIO s.v., § 1). Nel brano dantesco, il verbo, retto dalla prep. a, ricorre estens. e col valore fig. di 'spingersi a fare qsa', per esprimere, rispetto all'episodio parallelo dei figli di Isifile (Stazio, Theb. V, 718-722), il comportamento di Dante, che, pur desideroso di abbracciare Guinizzelli, non arriva a compiere tale gesto, lanciandosi tra le fiamme dei lussuriosi (cfr. Inglese, ad l.). Nel Corpus ClaVo, il lat. insurgere ha come principali traducenti alzareinalzarelevare o levarsitendere alto, ma anche gittare contro; per lo più con «inalzo» e «stendo» chiosano alcuni commentatori antichi (cfr. Landino, Vellutello, Daniello). Appropriata la glossa di Francesco da Buti: «non pillia tanto ardire, ch'elli si mette nel fuoco per abbracciarlo». Si deve prob. a Dante l'ingresso di tale vocabolo in it. (cfr. Burgassi-Guadagnini, La tradizione delle parole, p. 178), che nei secoli successivi circola ampiamente con la medesima accezione dantesca e con altri signif. (GDLI s.v.; e vd. TLIO, s.v., e Viel, «Quella materia ond'io son fatto scriba», p. 274). 
 
Autore: Francesca De Cianni.
Data redazione: 26.04.2021.
Data ultima revisione: 01.11.2021.
1 Avere ardire (di fare qsa) (fig.) (estens.). ||  Propr. Levarsi in alto.
[1] Purg. 26.96: Quali ne la tristizia di Ligurgo / si fer due figli a riveder la madre, / tal mi fec' io, ma non a tanto insurgo, / quand' io odo nomar sé stesso il padre / mio e de li altri miei miglior che mai / rime d'amor usar dolci e leggiadre...