Vocabolario Dantesco
incorare v.
Commedia 2 (2 Purg.).
Commedia incora Purg. 11.118 (:), 30.60 (:).
Purg. 30.60: accora Laur.
Formazione denominale da cuore (vd.) con pref. in-, già att. nei testi delle Origini (cfr. TLIO s.v. incorare), è «verbo usato dai rimatori siciliani e toscani con riferimento esclusivamente amoroso» (ED s.v. incorare). Nella Commedia occorre solo nel Purgatorio, sempre in forma monottongata e in posizione di rima: in Purg. 11.118 il verbo mantiene il suo signif. etimologico 'mettere nel cuore' (cfr. Momigliano, ad l.). In Purg. 30.60 è inserito nella similitudine dell'ammiraglio (vd.) che incora, cioè incoraggia, la sua gente (vd.) a ben fare, prob. ripresa da una pagina della duecentesca Historia Sicula del cronista duecentesco Bartolomeo da Nicastro (cfr. Chiavacci Leonardi, ad l.). Alla forma incora scelta da Petrocchi e dai codici Eg Fi Po Pr, Inglese preferisce la soluzione la 'ncora accolta da Ash Ham La Parm Vati che «guadagna una rima ricercata con ancora del v. 56» (ad l.).
Varianti.  La var. di Purg. 30.60 accora è att. solo nel codice Laur: in questo contesto, il verbo accorare (vd.) vale per 'incoraggiare', perdendo il suo primo signif. di 'dar pena, trafiggere' (cfr. TLIO s.v. accorare).
Autore: Elena Felicani.
Data redazione: 26.04.2021.
Data ultima revisione: 01.11.2021.
1 Instillare nel cuore.
[1] Purg. 11.118: E io a lui: «Tuo vero dir m'incora / bona umiltà, e gran tumor m'appiani; / ma chi è quei di cui tu parlavi ora?».
1.1 Infondere coraggio a qno.
[1] Purg. 30.60: Quasi ammiraglio che in poppa e in prora / viene a veder la gente che ministra / per li altri legni, e a ben far l'incora; ||  Var.: gli accora Laur