Commedia |
aggroppata Inf. 16.111; aggroppate Inf. 24.96 (:). |
Parasintetico da
groppo (vd.; della stessa famiglia, vd. anche
digroppare). Le prime att. di
Arte Am. Ovid. (B) (che traduce il lat. «nexa») e
Lancia, Eneide volg. (lat. «nodo» ‘con un nodo’), sono pressoché coeve alle dantesche. I signif.
1 e
2, dipendono dai due signif. fondamentali di
groppo (vd.), rispettivamente 'massa compatta' e 'groviglio'. A
Inf. 16.111 la coppia
aggroppato e
ravvolto (vd.) ha probabile valore di endiadi, per cui la corda, cui gli agg. sono riferiti, risulta ‘avvoltolata in modo da formare una matassa’, piuttosto che aggrovigliata in modo disordinato. È più probabile infatti che la corda al momento del lancio fosse avvolta su sé stessa in spire concentriche e fermata sul lato con un nodo o ulteriormente attorcigliata al cordone della matassa così formata, a evitare che essa si sciogliesse nella caduta (Steiner) e che fosse più facile da lanciare «alquanto di lunge da la sponda» (v. 113). Sul modo in cui la matassa di corda è formata prima di essere gettata, cfr. anche Benvenuto da Imola: «conglobatam et recollectam» e
Francesco da Buti: «cioè raccolta, come si raccoglie la fune prima, et avvolta, perché poi s’avvolge». Secondo alcuni commentatori (anche moderni), la corda sarebbe
aggroppata in quanto provvista di nodi al modo del cordiglio francescano, ma si tratta di interpretazione poco credibile, basata sulla notizia fantasiosa di Francesco da Buti che vorrebbe Dante frate minore (cfr. Barbi,
Problemi, p. 241).
Autore: Francesca De Blasi.
Data redazione: 14.05.2018.
Data ultima revisione: 14.05.2018.