Vocabolario Dantesco
dispaiare v.
Commedia 3 (2 Inf., 1 Purg.).
Commedia dispaia Inf. 7.45 (:), 30.52 (:), Purg. 25.9 (:).
Prima att. Parasintetico da paio con prefisso dis- che ha valore di allontanamento. Il signif. originario di 'coppia di elementi uniti' della base del verbo si perde nella formazione denominale, che assume il signif. più generico di 'separare, disgiungere'. È chiaro già ai commentatori antichi il signif. 1 in Purg. 25.9, per es., così chiosa Francesco da Buti: «cioè fa andare in filo e non di pari li sallitori». In antico il più particolare signif. 2 è commentato solo da Guido da Pisa: «la grave ydropisì, che sì dispaia, etc., – idest ista ultima que dicitur tympanites, que ita disparia membra facit» e da Francesco da Buti: «le membra; cioè fa disiguale l'uno membro dall'altro, facendo enfiare l'uno e non l'altro».
Autore: Veronica Ricotta.
Data redazione: 23.12.2016.
Data ultima revisione: 27.11.2018.
1 Separare, disgiungere.
[1] Inf. 7.45: Assai la voce lor chiaro l'abbaia, / quando vegnono a' due punti del cerchio / dove colpa contraria li dispaia.
[2] Purg. 25.9: così intrammo noi per la callaia, / uno innanzi altro prendendo la scala / che per artezza i salitor dispaia.
2 Rendere sproporzionate fra loro due parti del corpo.
[1] Inf. 30.52: La grave idropesì, che sì dispaia / le membra con l'omor che mal converte, / che 'l viso non risponde a la ventraia...