Vocabolario Dantesco
diradare v.
Commedia 2 (2 Purg.).
Commedia dirada Purg. 1.123 (:); diradar Purg. 17.5.
Formazione parasintetica su rado (vd.), con pref. di- intensivo (DELI 2 s.v. diradare), corrispondente al lat. disrarare (TLL s.v., 5.1, 1451.9). Rispetto alle alternative colte rarefare e rarificare, destinate ad affermarsi più tardi (cfr. Corpus OVI; Fanini, Il lessico della fisica, pp. 19-25), diradare risulta att. in volg. già dalla fine del sec. XIII in testi d'ambito scient. (nella Composizione del mondo di Restoro d'Arezzo del 1282, per es., o nelle anonime Questioni filosofiche, posteriori al 1298; vd. TLIO s.v. diradare). Dopo Dante, il verbo conta diverse occ. soprattutto fra i commentatori del poema, i quali vi ricorrono anche in contesti extra-esegetici (cfr. Corpus OVI). Nella Commedia, diradare è impiegato soltanto due volte, sempre nel Purg.: in un caso (§ 1) esso è rif. ai vapori della nebbia e ha dunque il valore propr. di 'farsi raro'; nell'altro (§ 1.1), invece, il verbo precisa i possibili effetti del sole sulla rugiada, ed è stato per lo più reso dai commentatori con 'risolversi, dissolversi' (Iacomo della Lana, Ottimo ecc.) o, fra i moderni, con 'evaporare' (Chiavacci Leonardi, Inglese ecc.; ma cfr. ED s.v. diradarsi). Così glossa il passo, per esempio, Francesco da Buti: «poco si dirada; ecco in che modo si disfà la rugiada; cioè che si dirada come l'umore tirato insù dal sole: per lo freddo della luna si spissa e congrega insieme; così poi per lo caldo del sole si dirada e risolvesi» (ad l.).
Autore: Barbara Fanini.
Data redazione: 23.02.2021.
Data ultima revisione: 19.03.2021.
1 Pron. Diventare meno denso.
[1] Purg. 17.5: Ricorditi, lettor, se mai ne l'alpe / ti colse nebbia per la qual vedessi / non altrimenti che per pelle talpe, / come, quando i vapori umidi e spessi / a diradar cominciansi, la spera / del sol debilemente entra per essi...
1.1 [Con rif. alla rugiada:] perdere consistenza e dissolversi (estens.).
[1] Purg. 1.123: Quando noi fummo là 've la rugiada / pugna col sole, per essere in parte / dove, ad orezza, poco si dirada, / ambo le mani in su l'erbetta sparte / soavemente 'l mio maestro pose...