tritare v.
Frequenza:
Commedia |
2 (1 Inf., 1 Par.). |
Lista forme e index locorum:
Commedia |
trita Inf. 16.40 (:), Par. 13.34 (:). |
Nota:Dal lat. tardo
tritare, a sua volta da
tritum, part. pass. del verbo
tĕrere 'sfregare' e più gen. 'battere (il grano)' (DELI 2 s.v.
trito). A
Par. 13.34, il verbo, usato col signif. di 'battere', 'trebbiare', ricorre entro la metafora tratta dall’operazione della trebbiatura, che avveniva battendo la
paglia (vd.), cioè le spighe del grano, allo scopo di separare i chicchi di grano dalla pula. La seconda occ. del verbo, invece, indica l'azione, compiuta da Tegghiaio Aldobrandi, di calpestare il terreno sabbioso triturandolo («trita: non calca come terreno solido», spiega Isidoro del Lungo,
ad l.), coi propri passi continui (Inglese,
ad l., chiosa «pesta e ripesta girando intorno»): si tratta dunque della punizione dei violenti contro natura, che si muovono continuamente sulla distesa sabbiosa sotto la pioggia di fuoco. Come nota Chiavacci Leonardi (
ad l.), «se li piè d'i morti non muovono ciò che toccano (cfr.
Inf. 12.81-82), questa espressione va intesa come perifrasi per cammina; ma di fatto essa vuol sottolineare la meschina condizione di costui».
[1] Par. 13.34: Ruppe il silenzio ne' concordi numi / poscia la luce in che mirabil vita / del poverel di Dio narrata fumi, / e disse: «Quando l'una paglia è trita, / quando la sua semenza è già riposta, / a batter l'altra dolce amor m'invita.
2 Frantumare qsa calpestandolo.
[1] Inf. 16.40: L'altro, ch'appresso me la rena trita, / è Tegghiaio Aldobrandi, la cui voce / nel mondo su dovria esser gradita.
Autore: Chiara Murru 02.10.2019 (ultima revisione: 02.11.2020).