vispistrello s.m.
Nota:Dal lat. volg.
vespertillum, propr. 'animale del vespro' (Nocentini s.v.
pipistrello), passato per etimologia popolare a
vispistrello, forma cui si affiancano nel Trecento numerose varianti fra cui
vilpistrello,
vipistrello, e quindi – con assimilazione –
pipistrello (cfr. TLIO s.v.
pipistrello e Manni,
Canto XXXIV, p. 1095 e nota 4). Nella sua unica att., in
Inf. 34.49, il sost. è impiegato nella descrizione di Lucifero, e suggerisce già nel nome la degradazione dell'angelo ribelle (lett. 'portatore di luce') a re delle tenebre. Lucifero possiede sei ali, che
non avean penne, ma nere membrane cutanee come quelle del pipistrello, animale simbolo della cecità e delle tenebre («Vespertilio pro tempore nomen accepit, eo quod lucem fugiens crepusculo vespertino circumvolet praecipiti motu acta, et tenuissimis brachiorum membris suspensa», Isidoro
Etym. XII VII 36), secondo una raffigurazione diffusa nell’iconografia del tempo (cfr. Baltrusaitis,
Medioevo fantastico, pp. 159-69, cit. in Inglese,
ad l.). Come notano molti commentatori antichi e moderni, le sei ali di Lucifero, nerastre e membranose, sono in antitesi con le sei ali dei cherubini, piumate e splendenti (cfr. Fosca,
ad l. e
Chiariglione, Lucifero “vispistrello”. Manifestazioni diaboliche dell’«Inferno» dantesco). Un'ulteriore att. di
vispistrello sarebbe nel
Convivio (2.4.16-17), ma la lezione è stata a lungo discussa e la forma sostituita da
palpastrello, cioè 'palpebra' (cfr. Ageno,
Nuove proposte, pp. 123-124).
Autore: Elena Felicani 26.04.2021 (ultima revisione: 06.05.2022).