Vocabolario Dantesco

Accademia della Crusca - CNR Opera del Vocabolario Italiano

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partorire v.
Frequenza:
Commedia 7 (4 Purg., 3 Par.).
Altre opere3 (2 Conv., 1 Rime).
Lista forme e index locorum:
Commedia partorisce Par. 13.54, 28.113; parturìe Purg. 23.12 (:); parturir Purg. 3.39, 20.21, 20.132, Par. 1.31.
Altre opere partorisce Conv. 1.3.8, Rime 9.3; partorita Conv. 1.3.7.
Corrispondenze: Testi italiani antichi:
Corpus OVI,
DiVo,
LirIO,
Prosa fior. sec. XIII,
Petrarca e Boccaccio.
Vocabolari: TLIO, Crusca in rete, ED.
Nota:Dal lat. parturire (DELI 2 s.v. partorire), nella Commedia, è usato con rif. alla Vergine a Purg. 3.39 (l'azione di partorire in questo caso è vista in funzione dei suoi effetti; sulla diversa interpretazione di questi versi cfr. Chiavacci Leonardi, ad l.) e richiama Agostino, Oratio ad Mariam: «non fuisset necessarium Mariam parere». È invece rif. a Latona, che partorì Apollo e Diana («li due occhi del cielo») sull'isola di Delo, che Nettuno fece sorgere dalle acque appositamente a questo scopo (cfr. Ov. Met., VI 190-192), a Purg. 20.132. A Purg. 20.21 si ricorda invece il costume di invocare Maria al momento del parto (per cui cfr. Par. 15.133 e vd. parto). A Purg. 23.12 e nella terza cantica, partorire ricorre esclusivamente col signif. fig. di 'generare', att. anche a Conv. 1.3.7, Conv. 1.3.8 e Rime 9.3. Complessivamente, i signif. del verbo rientrano nell'uso del Due e Trecento (vd. TLIO s.v. partorire (1)).
1 Espellere il feto al termine della gestazione.
[1] Purg. 3.39: State contenti, umana gente, al quia; / ché, se potuto aveste veder tutto, / mestier non era parturir Maria...
[2] Purg. 20.21: e per ventura udi' «Dolce Maria!» / dinanzi a noi chiamar così nel pianto / come fa donna che in parturir sia...
[3] Purg. 20.132: Certo non si scoteo sì forte Delo, / pria che Latona in lei facesse 'l nido / a parturir li due occhi del cielo.
2 Generare qsa (anche in senso astratto) (fig.).
[1] Purg. 23.12: Ed ecco piangere e cantar s'udìe / 'Labïa mëa, Domine' per modo / tal, che diletto e doglia parturìe
[2] Par. 1.31: Sì rade volte, padre, se ne coglie / per trïunfare o cesare o poeta, / colpa e vergogna de l'umane voglie, / che parturir letizia in su la lieta / delfica deïtà dovria la fronda / peneia, quando alcun di sé asseta.
[3] Par. 13.54: Ciò che non more e ciò che può morire / non è se non splendor di quella idea / che partorisce, amando, il nostro Sire...
[3] Par. 28.113: Quinci si può veder come si fonda / l'esser beato ne l'atto che vede, / non in quel ch'ama, che poscia seconda; / e del vedere è misura mercede, / che grazia partorisce e buona voglia: / così di grado in grado si procede.


Autore: Chiara Murru 02.10.2019 (ultima revisione: 19.03.2021).