Vocabolario Dantesco

Accademia della Crusca - CNR Opera del Vocabolario Italiano

Vocabolario Dantesco

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accasciare v.
Frequenza:
Commedia 1 (1 Inf.).
Lista forme e index locorum:
Commedia accascia Inf. 24.54 (:).
Corrispondenze: Testi italiani antichi:
Corpus OVI,
DiVo,
LirIO,
Prosa fior. sec. XIII,
Petrarca e Boccaccio.
Vocabolari: TLIO, Crusca in rete, ED.
Nota:Prima att. Termine d'uso raro e, tolte le cit. dei commentatori, poetico (sempre in posizione di rima; cfr. Corpus OVI), derivante dal lat. parlato *adquassiare, da quassare 'abbattere, fiaccare' (DELI 2 s.v. accasciare). Le altre occ. in poesia del verbo ne testimoniono l'uso transitivo. Dante, invece, utilizza il verbo pronominalmente. Per la definizione qui proposta, accanto ai commenti di Guido da Pisa («non deicit semetipsum») e Benvenuto da Imola («non deprimit se»), è interessante anche quello di Francesco da Buti («cioè non si pone giù, come si dice: Infelix anima trahitur per corpus ad ima»), che cita come parallelo del luogo dantesco una massima latina, di cui però non è stata ancora identificata la fonte (cfr. Sassetto, La biblioteca, p. 109 nota 35).
1 Pron. Lasciarsi tirare verso il basso.
[1] Inf. 24.54: E però leva su; vinci l'ambascia / con l'animo che vince ogne battaglia, / se col suo grave corpo non s'accascia.


Autore: Cristiano Lorenzi Biondi 21.10.2016 (ultima revisione: 08.05.2018).