allodetta s.f.
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Commedia |
allodetta Par. 20.73. |
Varianti: Par. 20.73: lodoletta Lau Laur - Ed. Crusca.
Nota:Att. unica. Dimin. (puramente formale) di
alloda (dal lat.
alauda, cfr. LEI s.v., 1, 1451.1). Rispetto al più comune
allodola, att. sin dalla seconda metà del Duecento (cfr. TLIO s.v.
allodola), il dimin. dantesco in -
etta,
hapax nel panorama linguistico dell'it. antico, pare un puntuale richiamo alla
lauzeta di Bernart de Ventadorn (
Can vei la lauzeta mover) e all'intera immagine posta in apertura del componimento. Quest'ultima si trova già in Bondie Dietaiuti, ricalcata «non senza pedanteria» (Folena,
Cultura poetica dei primi Fiorentini, p. 191) nella canzone
Madonna, m'èe avenuto similgliante; qui, tuttavia, la specificità della
lauzeta ventadoriana (e dell'
allodetta dantesca) viene meno, lasciando il posto a «un'anonima ascelletta» (
ibid.; cfr. anche Lazzerini,
L'«allodetta» e il suo archetipo, p. 171).
Varianti. La var.
lodoletta, forma aferetica di
allodoletta (da
alauda con doppio suff.
-ola + -etta) risulta metricamente accettabile ammettendo un'apocope di lettura in
Quale:
Qual lodoletta leggono infatti Laur e molti commentatori (Iacomo della Lana,
Ottimo, Benvenuto da Imola, Anonimo Fiorentino;
loduletta Francesco da Buti), ma non Lau. Anche l'Ed. Crusca stampa
lodoletta (
Qual lodoletta...), e la stessa lez. è posta a lemma in tutte le impressioni del
Vocabolario (ma cfr. s.v.
spaziare dove la citaz. del verso, ripresa dalla stampa aldina, reca
allodetta: «Quella [o Qual] allodetta, che in aere si spazia»).
1 [Zool.] Piccolo uccello dei passeriformi, allodola.
[1] Par. 20.73: Quale allodetta che 'n aere si spazia / prima cantando, e poi tace contenta / de l'ultima dolcezza che la sazia, / tal mi sembiò l'imago de la 'mprenta / de l'etterno piacere... || Var.: lodoletta Lau Laur – Ed. Crusca.
Autore: Barbara Fanini 10.03.2016 (ultima revisione: 24.05.2018).