fregio s.m.
Nota:Dal lat. tardo [
opus]
phrygium 'lavoro frigio' con partic. rif. ai tessuti ricamati provenienti dalla Frigia (DELI 2 s.v.
fregio), come testimoniano i lessici medievali: cfr. Cecchini,
Uguccione, F 96, 4: «frigio -nis, idest quedam vestis que in Frigia fìt, que et acupicta vocatur», Isidoro,
Etimol., XIX.22.22: «acupicta, vestis acu textilis vel acu ornata. Eadem et Phrygia; huius enim artis periti Phrygii omnes dicuntur»; e come rende, tra gli altri volgarizzatori trecenteschi, Ciampolo Ugurgieri,
En., L. III: «uno mantello frigio fatto ad ago» dal lat. «Phrygiam Ascanio chlamydem» (cfr.
Corpus CLaVo); è poi att. nel lat. mediev. come 'orlo, lembo' (Du Cange s.v.
frisum) e «embroiderer» (OLD s.v. phrygio).
Fregio è doc. in volg. dal terzultimo decennio del Duecento e ricorre in uso fig. in
Dino Compagni, Rime (XIII ui.di.) (cfr. TLIO s.v.
fregio (1)). A
Inf. 14.72, il sost. è impiegato in senso iron., per qualificare i "meriti" guadagnati con atteggiamento sprezzante verso Dio («par ch’egli abbia Dio in disdegno, e poco par che ’l pregi», vv. 69-70) dal bestemmiatore Capaneo: a lui si riferisce Virgilio nel suo discorso di «forma apertamente canzonatoria» (Pietrobono,
ad l.), disprezzo che è quindi «il vero marchio della sua infamia, ed è proprio questa infamia a costituire la sua vera punizione» (Malavasi,
Canto XIV, p. 23). Il traslato sarcastico del passo è inteso dai commentatori antichi, che per lo più glossano con 'tormento, supplicia' (Boccaccio, Benvenuto da Imola) o si riferiscono alla pena inflitta al dannato (Iacomo della Lana,
ad l.: «ell'è fresca de fiamme de fuogo, li quai s'afanno al so petto, zoè a la soa soperbia»).
Francesco da Buti,
ad l., commenta: «Come il fregio si pone al petto per adornamento della persona virtuosa; così il vizio è in confusione della persona viziosa». La rima (ricca per il primo caso) con :
regi 68 e con :
pregi 70 è riecheggiata in Inf. 8.47-51, dove il rimante equivoco
fregi 47 (voce verb., vd.
fregiare) rima ancora con :
regi 41 e con :
dispregi 51 (Chiavacci Leonardi,
ad l.). A
Par. 16.132,
fregio indica la bordura aurea che, nello stemma di Giano della Bella, racchiude tre pali rossi su fondo bianco (vd. Inglese,
ad l., tra i commentatori antichi, cfr. Daniello).
Francesco da Buti glossa: «la detta arme del gillio ad oro nel campo azurro, col fregio; cioè con uno fregio intorno», che sembra alludere all'emblema figurativo della Monarchia di Francia (vd.
giglio e
fiordaliso)
.
Autore: Francesca De Cianni 27.09.2018 (ultima revisione: 29.10.2021).