Vocabolario Dantesco

Accademia della Crusca - CNR Opera del Vocabolario Italiano

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fregio s.m.
Frequenza:
Commedia 2 (1 Inf., 1 Par.).
Lista forme e index locorum:
Commedia fregi Inf. 14.72 (:); fregio Par. 16.132 (:).
Corrispondenze: Testi italiani antichi:
Corpus OVI,
DiVo,
LirIO,
Prosa fior. sec. XIII,
Petrarca e Boccaccio.
Vocabolari: TLIO, Crusca in rete, ED.
Nota:Dal lat. tardo [opus] phrygium 'lavoro frigio' con partic. rif. ai tessuti ricamati provenienti dalla Frigia (DELI 2 s.v. fregio), come testimoniano i lessici medievali: cfr. Cecchini, Uguccione, F 96, 4: «frigio -nis, idest quedam vestis que in Frigia fìt, que et acupicta vocatur», Isidoro, Etimol., XIX.22.22: «acupicta, vestis acu textilis vel acu ornata. Eadem et Phrygia; huius enim artis periti Phrygii omnes dicuntur»; e come rende, tra gli altri volgarizzatori trecenteschi, Ciampolo Ugurgieri, En., L. III: «uno mantello frigio fatto ad ago» dal lat. «Phrygiam Ascanio chlamydem» (cfr. Corpus CLaVo); è poi att. nel lat. mediev. come 'orlo, lembo' (Du Cange s.v. frisum) e «embroiderer» (OLD s.v. phrygio). Fregio è doc. in volg. dal terzultimo decennio del Duecento e ricorre in uso fig. in Dino Compagni, Rime (XIII ui.di.) (cfr. TLIO s.v. fregio (1)). A Inf. 14.72, il sost. è impiegato in senso iron., per qualificare i "meriti" guadagnati con atteggiamento sprezzante verso Dio («par ch’egli abbia Dio in disdegno, e poco par che ’l pregi», vv. 69-70) dal bestemmiatore Capaneo: a lui si riferisce Virgilio nel suo discorso di «forma apertamente canzonatoria» (Pietrobono, ad l.), disprezzo che è quindi «il vero marchio della sua infamia, ed è proprio questa infamia a costituire la sua vera punizione» (Malavasi, Canto XIV, p. 23). Il traslato sarcastico del passo è inteso dai commentatori antichi, che per lo più glossano con 'tormento, supplicia' (Boccaccio, Benvenuto da Imola) o si riferiscono alla pena inflitta al dannato (Iacomo della Lana, ad l.: «ell'è fresca de fiamme de fuogo, li quai s'afanno al so petto, zoè a la soa soperbia»). Francesco da Buti, ad l., commenta: «Come il fregio si pone al petto per adornamento della persona virtuosa; così il vizio è in confusione della persona viziosa». La rima (ricca per il primo caso) con : regi 68 e con : pregi 70 è riecheggiata in Inf. 8.47-51, dove il rimante equivoco fregi 47 (voce verb., vd. fregiare) rima ancora con : regi 41 e con : dispregi 51 (Chiavacci Leonardi, ad l.). A Par. 16.132, fregio indica la bordura aurea che, nello stemma di Giano della Bella, racchiude tre pali rossi su fondo bianco (vd. Inglese, ad l., tra i commentatori antichi, cfr. Daniello). Francesco da Buti glossa: «la detta arme del gillio ad oro nel campo azurro, col fregio; cioè con uno fregio intorno», che sembra alludere all'emblema figurativo della Monarchia di Francia (vd. giglio e fiordaliso).
1 Merito morale (in contesto iron.).
[1] Inf. 14.72: Quei fu l'un d'i sette regi / ch'assiser Tebe; ed ebbe e par ch'elli abbia / Dio in disdegno, e poco par che 'l pregi; / ma, com' io dissi lui, li suoi dispetti / sono al suo petto assai debiti fregi
2 [Arald.] Bordura o lista di uno stemma.
[1] Par. 16.132: Ciascun che de la bella insegna porta / del gran barone il cui nome e 'l cui pregio / la festa di Tommaso riconforta, / da esso ebbe milizia e privilegio; / avvegna che con popol si rauni / oggi colui che la fascia col fregio


Autore: Francesca De Cianni 27.09.2018 (ultima revisione: 29.10.2021).