Vocabolario Dantesco

Accademia della Crusca - CNR Opera del Vocabolario Italiano

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desistere v.
Frequenza:
Commedia 1 (1 Par.).
Lista forme e index locorum:
Commedia desista Par. 30.31 (:).
Corrispondenze: Testi italiani antichi:
Corpus OVI,
DiVo,
LirIO,
Prosa fior. sec. XIII,
Petrarca e Boccaccio.
Vocabolari: TLIO, Crusca in rete, ED.
Nota:Prima att. Latinismo da desistere (DELI 2 s.v.), verbo che si riscontra in Uguccione da Pisa con l’accezione di 'cessare' (cfr. Cecchini, Uguccione, S 176, 5 «desisto, -is, deorsum a proposito sistere et cessare»; vd. anche per il lat. classico TLL s.v. desisto, 5, 1, 730.82, e per altra documentazione mediolatina cfr. Viel, «Quella materia ond'io son fatto scriba», p. 63). Come si evince dal Corpus CLaVo, i volgarizzatori trecenteschi non usano la voce dotta e di fronte al lat. desistere si servono di diversi traducenti: oltre ai più numerosi abbandonare, cessare e rimanere, anche i meno frequenti lassare, mancare, rimuovere, ritirarsi. Il verbo è stato variamente interpretato, a seconda del suo valore trans. o intrans., dai commentatori antichi e moderni (vd. ED s.v. desistere). Nei primi commenti danteschi, infatti, si tende a interpretare il verbo intrans. con seguire come sogg. (ad es. Benvenuto da Imola chiosa, sulla scia di Uguccione: «desista, idest, cesset» e Francesco da Buti «si rimagna», ad l.). L’uso trans. del verbo emerge, invece, nei successivi commentatori, a partire da Daniello che considera seguire ogg. e spiega il verbo con «lasciare» («gli convenia desister e lasciar di più seguir poetando», ad l.). A quest’ultima interpretazione si allineano molti dei commentatori moderni che intendono il pers. io come sogg. sott. e seguire o come ogg. dir. o come ogg. indir., ritenendo tale interpretazione più rispondente alla successiva proposizione comparativa che ha come sogg. ciascun artista. Non così, recentemente, Chiavacci Leonardi e Inglese (ad l.) che recuperano il valore intrans. e assumono seguire come sogg. Dopo Dante, l’occ., oltre a circolare nell'ambito dei commentatori danteschi, è att. nelle Cost. Egid. col signif. giuridico di 'recedere' (cfr. TLIO s.v. desistere).
 
 
1 Rinunciare al proprio intento.
[1] Par. 30.31: Dal primo giorno ch'i' vidi il suo viso / in questa vita, infino a questa vista, / non m'è il seguire al mio cantar preciso; / ma or convien che mio seguir desista / più dietro a sua bellezza, poetando, / come a l'ultimo suo ciascuno artista. 


Autore: Francesca De Cianni 31.01.2021 (ultima revisione: 19.03.2021).