Vocabolario Dantesco
chiosa s.f.
Commedia 2 (1 Purg., 1 Par.).
Altre opere2 (2 Conv.).
Commedia chiosa Purg. 20.99 (:); chiose Par. 17.94 (:).
Altre opere chiosa Conv. 4.14.6; chiose Conv. 1.9.10.
Dal lat. glosam (DELI 2 s.v. chiosa), la chiosa è propriamente un commento apposto a un testo per spiegare una parola o un passo di difficile comprensione (vd. anche TLIO s.v. chiosa). Nel Convivio (Conv. 1.9.10 e 4.14.6) il vocabolo ricorre con signif. proprio, mentre nella Commedia l'uso di chiosa è estens. In entrambe le occ., infatti, indica la spiegazione, fornita oralmente, di un discorso non immediatamente comprensibile: a Purg. 20.99 fa rif. al chiarimento chiesto da Dante a Ugo Capeto (ai vv. 34-36), mentre a Par. 17.94 la chiosa è il discorso di Cacciaguida, che spiega a Dante quelle «parole gravi» sul proprio futuro (v. 23). L'uso di chiosa riprende dunque in entrambi i contesti l'immagine del commento a margine di un testo di oscuro significato. Vd. anche il verbo chiosare (vd.).
Autore: Chiara Murru.
Data redazione: 02.10.2019.
Data ultima revisione: 21.07.2020.
1 Spiegazione di ciò che risulta difficile da comprendere (estens.) ||  Cfr. Nota per il signif. proprio.
[1] Purg. 20.99: Ciò ch'io dicea di quell' unica sposa / de lo Spirito Santo e che ti fece / verso me volger per alcuna chiosa, / tanto è risposto a tutte nostre prece / quanto 'l dì dura; ma com' el s'annotta, / contrario suon prendemo in quella vece.
[2] Par. 17.94: Poi giunse: «Figlio, queste son le chiose / di quel che ti fu detto; ecco le 'nsidie / che dietro a pochi giri son nascose.