Vocabolario Dantesco
cerasta s.f.
Commedia 1 (1 Inf.).
Commedia ceraste Inf. 9.41.
Latinismo da cerastes, a sua volta dal gr. kerástes (DEI s.v. cerasta2), att. fin dalla fine del sec. XIII in volgarizzamenti (cfr. Corpus OVI). Hapax nella Commedia e in tutta l'opera di Dante, il sost. in Inf. 9.41 è usato per descrivere la capigliatura (vd. crine) delle Furie, fatta di serpenti di piccole dimensioni (vd. serpentello) e di ceraste, temibili serpenti spaventosi dotati di «uno o due cornicelli in capo» (Boccaccio, ad l.; cfr. anche Benvenuto da Imola, ad l.: «Cerasta est serpens cornutus acute penetrans»), rammentati nella tradizione classica, ad es. in Ovidio (Metam., IV, 803), Stazio (Teb., I, 103) e Lucano (Phars. 9.715-716).
Autore: Elena Felicani.
Data redazione: 08.11.2021.
Data ultima revisione: 22.12.2021.
1 [Zool.] Serpente viperide velenosissimo, dotato di due corna al di sopra degli occhi (Cerastes cerastes).
[1] Inf. 9.41: tre furïe infernal di sangue tinte, / che membra feminine avieno e atto, / e con idre verdissime eran cinte; / serpentelli e ceraste avien per crine, / onde le fiere tempie erano avvinte.