Vocabolario Dantesco
catenella s.f.
Commedia 1 (1 Par.).
Commedia catenella Par. 15.100.
Da catena (vd.) con suff. dimin. -ella (cfr. Baldelli, Suffissi alterativi, in ED, Appendice, p. 483), il vocabolo è già att. prima di Dante nell'it. antico (vd. TLIO s.v. catenella, § 1.1). In partic., nel passo dantesco indica propr. un oggetto prezioso fatto ad anelli di ridotte dimensioni da portare al collo o al polso, come già adeguatamente chiosato da alcuni commentatori: cfr. Benvenuto da Imola: «dominae florentinae non portabant jocalia, monilia, et talia circa pectus et brachia sicut modo»; Francesco da Buti: «quelli adornamenti, che solevano portare le donne intorno al collo et a le maniche de' bottoncelli d'ariento inorato infilati a varie guise», ad l. Meno preciso e con un rimando fig. alla dissoluzione dei costumi del tempo Iacomo della Lana: «Nota qui li moderni desligamenti delle donne fiorentine». La forma base catena (cfr. TLIO s.v., § 1.6) ricorre con lo stesso signif. di catenella in att. trecentesche più tarde.
Autore: Francesca De Cianni.
Data redazione: 18.11.2020.
Data ultima revisione: 19.03.2021.
1 Piccola catena (gen. di metallo prezioso) a uso ornamentale.
[1] Par. 15.100: Non avea catenella, non corona, / non gonne contigiate, non cintura / che fosse a veder più che la persona.