Vocabolario Dantesco
cantilena s.f.
Commedia 1 (1 Par.).
Commedia cantilena Par. 32.97 (:).
Prima att. Nella documentazione lat. e volg. mediev. il signif. del vocabolo può variare dalla designazione di una forma poetica (una declinazione stilistica della canzone – come in Dve 2.8.8 – o anche una ballata) a quella più generica di un canto melodico associato a un testo (cfr. Camboni, "Cantus"/"cantilena" e Persico, Cantilena e canzone), ed è in questo senso che andrà interpretata l'occ. nella Commedia, prob. con quella connotazione di soavità dichiarata da Uguccione (Cecchini, Uguccione, U 28, 3: «Unde cantilena, quod videtur esse compositum a 'cantus' et 'lenis'; non enim dicitur esse cantilena nisi sit cantus dulcis et lenis et suavis et non asper»). Con l'agg. «divina» (vd. divino) la iunctura si carica del signif. complessivo di 'canto sacro', bene att. nel Medioevo, dato anche il fatto che riprende il v. 95 «cantando 'Ave, Maria, gratïa plena» (cfr. Bosco-Reggio e Benvenuto da Imola: «scilicet, cantantes et dicentes Dominus tecum etc».
Autore: Veronica Ricotta.
Data redazione: 27.09.2018.
Data ultima revisione: 21.07.2020.
1 Melodia dolce e soave (rif. a un canto sacro).
[1] Par. 32.97: Rispuose a la divina cantilena / da tutte parti la beata corte, / sì ch'ogne vista sen fé più serena.