Commedia |
caninamente Inf. 6.14. |
Prima att. Successivamente l’avv. ricorre nel
Corpus OVI solo nei commentatori o in testi in cui è cit. dantesca (come nel volgarizzamento dell'
Eneide di
Ciampolo di Meo Ugurgieri): cfr. TLIO, s.v.
caninamente. Poiché «il radicale dell’avv. serba in antico una notevole autonomia», il deaggettivale da
canino è da scandire
canina-mente, con risultante endecasillabo di 3
a-6
a-8
a: vd. Menichetti,
Metrica, p. 408, seguito da Inglese a
Inf. 6.14, che edita
canina-mente (un precedente in Giacomo da Lentini,
Meravigliosa-mente, per cui vd. la nota di Antonelli in
PSs, I, p. 50). Nel verso dantesco, la «divisione ritmica [[...]] prolunga il latrato di Cerbero con vivo effetto onomatopeico, dove è evidente il gareggiare di Dante con Virgilio: “latratu regna trifauci / personat” (
Aen. VI 417-8)» (Chiavacci Leonardi a
Inf. 6.14)
. Viel,
La voce, p. 99, suggerisce un parallelo tra il latrato canino di Cerbero e la voce chioccia di Pluto (vd.
chioccio); per la caratterizzazione canina di Cerbero (connessa alla pseudo-etimologia di Cerbero come ‘divoratore di carni’) vd. Casagrande,
Colpa de la gola, e Gentili,
«Cerberus quasi kreoboros».
Autore: Fiammetta Papi.
Data redazione: 27.04.2017.
Data ultima revisione: 09.05.2018.